Il governo frena sul pignoramento veloce. Dopo le proteste delle associazioni dei consumatori e del M5S, il Pd presenterà , molto probabilmente martedì prossimo, un emendamento al decreto legislativo di recepimento della direttiva 17/2014 sui Mutui che di fatto pone dei paletti più severi al cosiddetto pignoramento veloce della casa in caso di inadempienza:
- da 7 le rate non pagate salgono a 18 dopodiché la banca potrà diventare proprietaria dell’immobile senza passare per il giudice;
- le nuove disposizioni non saranno retroattive – come prevedeva in un primo momento l’articolato – ma si applicheranno, sempre con un patto consensuale tra mutuatario e istituto di credito, solo ai finanziamenti sottoscritti dopo l’entrata in vigore della nuova legge;
- l’emendamento precisa che non verranno considerati i semplici ritardi nel saldo delle rate ma solo i mancati pagamenti veri e propri;
- nel caso in cui la casa subisca il cosiddetto pignoramento veloce, l’immobile verrà valutato da “un perito indipendente nominato dal tribunale” e il proprietario verrà assistito da un suo esperto di fiducia.
Da che parte sta il governo?
Non c’è dubbio che se queste modifiche verranno apportate aumenteranno le tutele per i mutuatari inadempienti anche se escludere il passaggio esecutivo del tribunale non rappresenta mai una garanzia per la parte contrattuale più debole ovvero il consumatore. Rimane un’interrogativo di fondo: da che parte sta il governo? Su questo provvedimento per ben due volte – prima con il tentativo di ripristinare le penali di estinzione anticipata del mutuo e poi con il pignoramento veloce dopo 7 rate non pagate – l’esecutivo non si è dimostrato pronto a sostenere i consumatori nei confronti delle banche.