“La scoperta di segatura di legno in una confezione di formaggio duro grattugiato made in Usa e venduto come “parmesan” conferma che i consumatori statunitensi continuano ad essere esposti a rischi di frodi e contraffazioni”. Questa la posizione del Consorzio del Parmigiano Reggiano all’indomani dell’allarme lanciato dalla Fda, l’agenzia americana per la sicurezza alimentare, circa la presenza di tracce di cellulosa (definita segatura di legno) in quattro confezioni di formaggio duro statunitense grattugiato oltre i limiti della normativa consentita negli Stati Uniti.
Nel parmigiano non è necessaria l’aggiunta di addensanti
“Una situazione – spiega il Consorzio – che in alcun modo si può verificare con il ricorso ad autentico Parmigiano Reggiano, perché l’uso della denominazione comporta proprio l’uso esclusivo del nostro formaggio e l’assenza di qualsiasi additivo e coadiuvante”. Il parmigiano reggiano – fanno sapere dal Consorzio – è l’unico formaggio che raggiunge stagionature di 24 mesi ed oltre, una volta grattugiato non richiede l’uso di coadiuvanti – quali la segatura di legno o cellulosa – per evitare la formazione di grumi. Viceversa, i formaggi duri di imitazione – utilizzati negli Usa – essendo molto meno stagionati e più umidi, necessitano quasi obbligatoriamente di coadiuvanti e antiagglomeranti per evitare grumi nel formaggio.
Consumatori Usa ingannati
A dicembre il Consorzio aveva reso noti gli esiti di una ricerca (sviluppata da Aicod) che evidenzia, oltre al danno per i produttori italiani, la situazione ingannevole che pesa sui consumatori americani. Per il 66% dei consumatori statunitensi, infatti, il termine “parmesan” non è affatto generico – come sostengono, invece, le industrie casearie americane – ma identifica un formaggio duro con una precisa provenienza geografica, che il 90% degli intervistati indica senza alcun dubbio nell’Italia. “Un inganno – sottolinea il presidente del Consorzio, Giuseppe Alai – che negli Usa colpisce decine di milioni di consumatori e che costituisce un grave pregiudizio all’incremento delle nostre esportazioni e, conseguentemente, un danno palese anche per i nostri produttori”.
Ttip deve essere occasione per tutela marchi italiani
“La vicenda della cellulosa nelle confezioni di formaggio americano proposto come “parmesan” – spiega l’Ente di tutela – dimostra da una parte che la sicurezza, anche negli Usa, risiede solo nell’acquisto di autentico Parmigiano Reggiano e, dall’altra, ripropone l’urgenza di nuove norme di tutela che negli Stati Uniti consentano una reale difesa degli interessi dei consumatori e, contemporaneamente, la tutela di quella dei produttori italiani, danneggiati dalla libera circolazione di prodotti di imitazione ed evocativi della nostra denominazione che ammontano a 100.000 tonnellate”. Quanto alla tutela, il Consorzio auspica che nell’ambito dei negoziati Ttip tra Unione Europea e Usa si possa affrontare la questione relativa alla tutela dei marchi italiani consentendo di eliminare anche i danni che continuano a riversarsi sui produttori di Parmigiano Reggiano a causa di imitazioni e richiami alla denominazione originale che generano confusione e sospetti tra i consumatori d’oltre oceano.