Condizioni di lavoro inaccettabili, misure di protezioni assenti, orari disumani e retribuzioni al di sotto degli standard previsti dalla legge. Sono queste le caratteristiche di alcune fabbriche cinesi di produzione di padelle visitate da China Labour Watch, una ong che ha come obiettivo quello di portare alla ribalta della cronaca le condizioni dei lavoratori cinesi. Non si tratta di marchi di secondaria importanza: IKEA, Walmart, Carrefour, Cuisinart, Tupperware, Nuwave, Zwilling, WMF, Oppein, Russel Hobbs, Stanley Rogers, Bergner, Paderno, Greenpan, Kuhn Rikon sono alcune delle aziende che hanno delocalizzato in Cina. Motivo? Un costo del lavoro minore che consente di mantenere sul mercato prezzi concorrenziali.
Facciamo un esempio. Una padella di acciaio Ikea costa al mercato statunitense circa 20 dollari mentre ai lavoratori cinesi viene corrisposto massimo 0,14 dollari per ogni padella. Il rapporto di China Labour Watch ha rilavato 25 violazioni non solo della normativa internazionale ma anche di quella cinese a dimostrazione di quanto fossero gravi. Eccone alcune:
- La mancanza di sufficiente formazione sulla sicurezza pre-lavoro: la legge cinese prescrive 24 ore di formazione sulla sicurezza pre-lavoro, a verificarsi prima che una società ha qualche fabbrica i lavoratori cominciano a lavorare. Quattro le fabbriche non hanno fornito tale formazione; uno solo ha dato una breve presentazione Power-Point.
- In quattro fabbriche, i lavoratori non avevano reddito garantito. Hanno ricevuto retribuzione a cottimo, e non percepiscono il salario minimo legale.
- In tre stabilimenti, i lavoratori che intendono dimettersi erano tenuti a chiedere il permesso e ottenere l’autorizzazione, anche se la legge cinese richiede solo i lavoratori di informare i datori di lavoro di dimissioni. Ad una delle fabbriche, una tale richiesta di autorizzazione doveva essere presentata un mese di anticipo – anche durante il periodo di prova, durante il quale la legge cinese prevede un dipendente deve solo avvisare tre giorni di anticipo.
China Labour Watch chiede alle aziende acquirenti di fare la loro parte. Come?
- cooperando con i fornitori cinesi per migliorare le condizioni di lavoro e nel caso cancellare i contratti;
- garantendo il rispetto dei diritti (fondamentali) umani e le norme giuridiche cinesi attraverso l’intera catena di approvvigionamento (due diligence);
- chiedendo il rilascio di un elenco completo dei fornitori e dei prodotti da essi fabbricati per la vostra azienda;
- verificando il rispetto delle leggi e delle norme con l’installazione di canali di reclamo efficaci e indipendenti;
- sollecitando la presenza del sindacato locale per la formazione dei lavoratori in materia di diritti sindacali.