6.900 semi di cannabis, 20 municipi interessati. È la piantagione di marijuana a uso terapeutico e di ricerca più grande dell’America Latina.
Localizzata a Colbún, in Cile, contribuirà a placare i dolori di 4mila malati di tumore, epilessia refrattaria o altri pazienti afflitti da dolore cronico.
L’iniziativa, voluta dalla Fondazione Daya, conta di produrre 1,5 milioni di tonnellate di già tra marzo e maggio, sotto la supervisione del Servizio agricolo del Cile.
“Il Cile è all’avanguardia in questo settore e già abbiamo le più grandi piantagioni dell’America Latina”, ha commentato Ana María Gazmuri, presidente della Fondazione Daya.
Il progetto conta sull’appoggio tecnico della Università di Valparaíso, del laboratorio Knop, e dell’Instituto Nacional do Câncer assieme a due ospedali pubblici, che si incaricheranno degli studi clinici con l’obiettivo di creare farmaci specifici.
L’innaugurazione è avvenuta proprio nel momento in cui nel congresso cileno sta progredendo lentamente il dibattito sulla decriminalizzazione dell’autocoltivazione di marijuana.