Il governo corre ai riparari sul rischio di depenalizzazione del reato di contraffazione dell’olio made in Italy e promette una riscrittura dell’articolo 4 dello schema di decreto legislativo che modifica le sanzioni sull’olio di oliva. In una nota congiunta i ministri delle Politiche agricole e della Giustizia precisano che “sarà impegno del governo quello di lavorare con le competenti commissioni parlamentari già dalle prossime ore per specificare e rafforzare la prevalenza delle fattispecie penali e il quadro sanzionatorio del decreto affinché possa adempiere alla sua finalità di integrare e irrobustire la ‘legge Mongiello’ (la salva-olio, ndr), e le vigenti norme del codice penale, e per continuare ad assicurare la coerenza con i lavori della Commissione Caselli” che mira a riformare e aggiornare i reati agroalimentari.
Norma da modificare
Secondo i due ministeri “il testo dello schema di decreto legislativo recante disposizioni sanzionatorie relative all’olio d’oliva non prevede alcuna depenalizzazione in materia di etichettatura e indicazione dell’origine; al contrario, aumenta fortemente le sanzioni amministrative e prevede ulteriori sanzioni per fattispecie nuove, oggi non punite”. Eppure proprio la scrittura poco chiara e per certi versi contraddittoria ha messo in allarme persino gli addetti del settore come Unaprol e la stessa deputata del Pd Colomba Mongiello.
“La prevalenza della norma penale verrà assicurata – rassicurano dal governo – in ogni caso e senza dubbi, anche chiarendo ulteriormente che, nel caso di individuazione di illeciti penali, le sanzioni amministrative non verranno applicate, in attesa degli esiti delle indagini penali”.