Una multa pesante, ma non quanto l’accusa chiedeva, è stata inflitta al colosso farmaceutico Novartis negli Stati Uniti: la sanzione, di 390 milioni di dollari, è stata comminata per aver pagato tangenti e offerto “benefit” (ad esempio lussuose cene) ai medici per convincerli a prescrivere le medicine del suo marchio anziché quelle della concorrenza.
Dall’indagine Usa è emerso che le tangenti erano giustificate come “onorari” per i medici nell’ambito della partecipazione a programmi educativi; in realtà , si è visto, i programmi erano meri pretesti per offrire gli incentivi illeciti.
Sembra, inoltre, che la Novartis, già  dal 2005 si sarebbe resa protagonista di condotte scorrette versando o promettendo somme di denaro (celate dietro “ristorni” e “ribassi”) ai farmacisti per indurli a vendere il Myfortic, un farmaco utile a contrastare il rigetto nei casi di trapianto di rene (la Novartis avrebbe ad esempio riconosciuto al medico una percentuale – dal 5% in su – del profitto ottenuto dalle maggiori vendite procurate dal medico stesso).
Un sistema di concorrenza sleale infine smantellato dall’indagine Usa che ha posto fine agli illeciti guadagni della multinazionale.