Tutela delle scelte e della salute del consumatore e adeguamento della normativa attuale, ormai superata, con l’introduzione di nuove e specifiche figure di reato. Questi in sintesi gli obiettivi principali della proposta di riforma che la Commissione ministeriale, incaricata di studiare proposte di intervento in materia di reati agroalimentari e presieduta dall’ex procuratore Giancarlo Caselli, ha consegnato nelle mani, e alla riflessione, del ministro della Giustizia Andrea Orlando.
Ben 49 articoli che dovranno cambiare il volto del codice penale in materia di frodi alimentari. L’attuale normativa è infatti assolutamente insufficiente ad arginare i fenomeni criminali legati al settore produttivo agroalimentare: reati difficili da dimostrare, pene troppo miti e una serie di fatti illeciti che il codice penale non conosce.
La riforma, invece, introdurrà una serie di nuovi reati, come il “disastro sanitario” che punisce chi avvelena o contamina l’acqua oppure vende o non ritira dal mercato sostanze alimentari pericolose, quando ciò possa arrecare lesioni gravi, morte o pericolo per la salute pubblica; e il reato di “agropirateria” che prevede l’uso delle intercettazioni telefoniche e punisce la vendita di prodotti alimentari accompagnati da falsi segni distintivi o da marchi di qualità, Dop e Ogp, contraffatti e prevede delle aggravanti in caso di falsi documenti di trasporto o di simulazione del metodo di produzione biologica.
Previsto anche l’inasprimento delle pene accessorie, come la confisca dei beni e l’interdizione dell’attività imprenditoriale (per cui chi “tarocca” i cibi non potrà più fare impresa), e la responsabilità amministrativa delle imprese, chiamate a dotarsi di un sistema di controllo per prevenire o rintracciare le cause in caso di incidente.
Il ministro Orlando ha annunciato, quindi, che sulla proposta di riforma si aprirà subito “la fase del confronto con tutti gli stakeholders del settore. Insieme al presidente Caselli ci confronteremo con loro in modo tale che la nostra proposta di riforma possa arrivare in Parlamento forte di una condivisione il più possibile unitaria, giovandosi di tutti i contributi e i suggerimenti degli operatori del settore”.
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Ciò significa forse un allungamento dei tempi, ma è evidente che c’è la volontà di portare alla discussione delle Camere una proposta convincente che possa essere approvata in via definitiva senza intoppi.