Un nemico potenzialmente molto dannoso che si nasconde nelle scatole per la pizza, nelle confezioni di pop corn da cuocere in microonde e in quelle utilizzate nei fast food. Stiamo parlando delle sostanze fluorurate, utilizzate dalle industrie di packaging alimentare per le proprietà impermeabilizzanti nei confronti di acqua e olio ma sulle quali pende l’accusa di essere cancerogene. Peccato che siano irriconoscibile per i consumatori, a meno dei pochi casi in cui sulle scatole vengono dichiarati i materiali.
Un pericolo serio, se ha spinto le autorità alimentari danesi a introdurre un valore guida da non superare. E a convincere il ministro danese per gli alimenti e l’ambiente, Eva Kjer Hansen, a fare pressing sulla UE per una normativa più stringente sull’uso di fluorocarburi.
POCHE CONOSCENZE, MOLTI RISCHI
Quello che si sa di certo di queste sostanze è che si accumulano nell’organismo e sono correlate con effetti nocivi per la salute, come il cancro, la ipercolesterolemia colesterolo indebolimento del sistema immunitario.
Un certo numero di fluorocarburi sono sospettati di essere cancerogeni e perturbatori endocrini , ma la conoscenza del loro impatto è limitato, dato che pochissimi di loro sono stati valutati dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA).
“Ci sono stati una serie di studi sugli effetti dei PFC sulla salute umana”, ha dichiarato a FoodProductionDaily Michael Warhurst, executive director, dell’Ong CHEM Trust.
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GLI STUDI SUI BAMBINI
Uno studio ha esaminato gli effetti dei PFC sulla vaccinazione nei bambini. Lo studio ha avuto luogo nelle isole Faroe, dove, nonostante la sua lontananza, i PFC si trovano nel sangue delle persone che vi abitano a livelli simili a quelli in altre parti del mondo. La ricerca ha trovato che i bambini esposti a livelli più elevati di PFC nel grembo materno hanno mostrato una risposta immunitaria ridotta al tetano e difterite vaccini”.
“Questo dimostra che le esposizioni ai PFC stanno portando ad effetti reali sui bambini, con la riduzione del livello di anticorpi e il rischio di diminuire la protezione a lungo termine delle malattie” ha concluso Warhust.