Doveva costringere i supermercati francesi a donare gli alimenti invenduti in beneficenza. E invece è caduta per un cavillo legale.
La svolta francese contro gli sprechi alimentari, votata a maggio all’unanimità Assemblea di Parigi esce dalla porta ma potrebbe rientrare dalla finestra dell’adozione volontaria.
Ad affossarla l’articolo 103, che avrebbe visto tutti i supermercati più grandi di 400m2 obbligati a regalare cibo commestibile in beneficenza. Il Consiglio costituzionale ha stabilito che l’articolo 103 deve essere rimosso per motivi procedurali.
In reazione a questa decisione del tribunale, il ministro per l’ecologia e lo sviluppo sostenibile Ségolène Royal ha invitato il settore retail a partecipare su base volontaria.
FAREMO I NOMI DI CHI NON È D’ACCORDO
Con una minaccia neppure velata di fare i nomi delle aziende della vergogna che non vogliono partecipare. “Renderò noti grandi nomi che non vogliono partecipare a questo contratto. Non credo che sarebbe una buona pubblicità per loro, perché i francesi sono consapevoli dello scandalo rifiuti alimentari“, ha detto il ministro.
La Royal avrebbe dovuto incontrare i rappresentanti della grande distribuzione il 27 agosto per discutere i termini di un accordo che Auchan, Carrefour e Casino avevano già detto di essere disposti a firmare.
“Auchan è pienamente favorevole a questo approccio pragmatico, basato su azioni e buone pratiche che sono già state intraprese”, ha comunicato la catena prima della riunione.
L’INDUSTRIA CHE NON VUOLE LA LEGGE
Nel frattempo Frédéric Lefebvre e Jean-Pierre Decool non hanno perso tempo nel proporre un nuovo disegno di legge finalizzato esclusivamente a combattere lo spreco di cibo. Questo nuovo disegno di legge permetterebbe al Parlamento di assumersi la responsabilità e legiferare senza il rischio di censura costituzionale, hanno detto.
Ma il gruppo industriale che rappresenta le più grandi catene di supermercati di Francia, la Fédération des Entreprises du Commerce et de la distribuzione (FCD) ha chiesto di non utilizzare misure legislative, ipotizzando che avrebbe creato nuove restrizioni e più lavoro di ufficio, e sostenendo di preferire gli accordi volontari.
Il direttore dell’agricoltura e della qualità del gruppo, Mathieu Pecqueur, ha dichiarato che la pratica di aggiungere candeggina sugli alimenti invenduti per renderli immangiabili era marginale ed eccezionale, che deriva da una necessità per i rivenditori di evitare la responsabilità in caso di consumo di cibo avariato.
I dati disponibili sullo spreco alimentare sono ancora relativamente scarsi: secondo la Fao in Europa vengono scartate oltre 90 milioni di tonnellate di cibo all’anno, quasi 180 chilogrammi a testa, e nel mondo si arriva a sprecare circa il 33% degli alimenti destinati al consumo umano (qualcosa come 1,3 miliardi di tonnellate). Circa il 51,2% della frutta e il 41,2% della verdura vengono gettati ancora freschi.
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E in Italia, anche grazie al tam tam della svolta francese qualcosa inizia a muoversi, come aveva raccontato TestMagazine.