Per questo Greenpeace chiede al ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina di fermare il rinnovo – previsto per il 30 giugno prossimo – delle licenze di pesca speciali concesse negli ultimi anni alla flotta delle volanti a coppia operanti nello Stretto di Sicilia.
Il 30% di alici in meno
Secondo i dati diffusi dalla Commissione europa, il 93% delle specie ittiche dei nostri mari sono sovrasfruttati. Nel 2013 in Italia sono state pescate circa 30mila tonnellate di acciughe, per un totale di ricavi pari a 55,36 milioni di euro. Rispetto al 2012 si registra una riduzione del 30% del pescato e del 26% dei ricavi. E “questo preoccupante impoverimento non è limitato alle sole acciughe”, si legge nel rapporto di Greenpeace che stamane ha manifestato stamattina a Roma davanti al ministero delle Politiche agricole srotolando lo striscione “Expo: nutrire il pianeta svuotando il mare?”.
Spiega Serena Maso, campaigner Mare di Greenpeace Italia: “Oggi chiediamo al ministro Martina di farsi carico in prima persona del problema, fermando il rinnovo dei permessi speciali in scadenza e attivando immediate misure per favorire la riduzione dello sforzo di pesca e il recupero degli stock ittici in declino. Come previsto dalla nuova Politica comune della Pesca, è ora di attivare piani di gestione locali efficaci, invece di continuare a utilizzare scappatoie che stanno condannando i nostri mari e i nostri pescatori”.
“Sai che pesci pigliare?”
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Nell’ottobre scorso la Commissione europea e il Wwf Italia hanno presentano la guida per consumatori “Che pesci pigliare”, un vademecum per orientare gli acquisti su specie ittiche sostenibili. Non tutti sanno ad esempio che sotto una certa taglia i pesci non possono essere commercializzati: la taglia minima per la cernia è almeno 45 centimetri, per le triglie 11 cm, per la spigola 25 e per l’orata di 20 centimetri. Nella guida le diverse specie di pesci sono raccolte sotto tre diversi colori: in verde sono raggruppate quelle con prelievo sostenibile, pesca selettiva, disponibilità degli stock; in arancione vengono segnalati le varietà sulle quali “fare attenzione”, perché “il consumo ne potrebbe aumentare la vulnerabilità e il prelievo potrebbe aumentare l’impatto sull’ambiente”; infine in rosso le specie la cui “disponibilità in natura è molto limitata, e la reperibilità ha costi energetici e ambientali molto elevati”.