Si chiama “Il gusto amaro della produzione intensiva delle mele” il rapporto appena pubblicato da Greenpeace sull’uso di pesticidi nelle coltivazioni di quello che è considerato il frutto più diffuso nell’Europa dei 27. L’organizzazione ha prelevato e fatto analizzare 85 campioni tra suolo e acqua in 12 città europee, compresa l’Italia. Ne è emerso che due terzi dei campioni prelevati nei meleti europei contengono residui di pesticidi e il 70 per cento dei pesticidi identificati hanno livelli di tossicità molto elevati per gli esseri umani e per l’ambiente. A preoccupare di più la combinazione di due o più pesticidi considerato un vero e proprio mix tossico: in due campioni di suolo sono stati rinvenuti ben 13 sostanze diverse, 12 in un campione di acqua. Con 18 pesticidi l’Italia guida la classifica dei paesi dove è stato riscontrato il più alto numero di sostanze nel suolo, seguita dal Belgio (15 pesticidi su tre campioni) e dalla Francia (13 pesticidi su sei campioni). Per quanto riguarda l’acqua, i valori maggiori sono stati registrati in Polonia (13 pesticidi su tre campioni), Slovacchia (12 pesticidi su tre campioni) e, di nuovo, Italia (10 pesticidi su due campioni).
Le sostanze sospette
Boscalid, clorpirifos etile e clorantraniliprolo sono i pesticidi utilizzati più di frequente: si tratta di sostanze il cui utilizzo è consentito in Europa ma che, tuttavia, sono pericolose per la salute e l’ecosistema. Sette, invece, le sostanze non consentite ma ugualmente riscontrate in una parte, seppur ristretta, dei campioni. Non sapremo mai se le coltivazioni di mele europee sono contaminate da glifosato. Le analisi di Greenpeace, infatti, non si sono concentrate sulla ricerca di questo erbicida finito di recente al bando in Olanda e Francia dopo il parere dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) che lo ha definito un probabile cancerogeno.
Tossico come un pesticida
Non è la prima volta che le attenzioni dell’associazione ambientalista si rivolgono ai pesticidi. Solo qualche mese fa il rapporto “Tossico come un pesticida” ha riassunto i risultati degli studi più recenti sui pesticidi e sul loro utilizzo, evidenziando la consapevolezza sempre più diffusa nella comunità scientifica di un crescente numero di problemi sanitari a carico degli agricoltori, dei lavoratori che operano nelle serre e delle loro famiglie.
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Serve cambiare rotta
Che fare? Secondo Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura Sostenibile di Greenpeace Italia: “Il futuro dell’agricoltura deve essere tracciato indirizzando i finanziamenti pubblici verso la ricerca, lo sviluppo e l’applicazione di pratiche agricole ecologiche, così da abbandonare l’attuale dipendenza da pesticidi sintetici a favore di pratiche sostenibili per il controllo dei parassiti: attualmente solo il 5% delle risorse governative è riservato a favore dello sviluppo di queste pratiche sostenibili. Occorre invertire la tendenza”. Il Rapporto sulla produzione delle mele si conclude con un appello rivolto ai paesi europei perché eliminino gradualmente l’utilizzo di sostanze chimiche in agricoltura perché, per dirla con le parole di Greenpeace, una produzione di mele sostenibile, senza contaminazione del suolo e delle acque, è fattibile.