Il Senato salva il glifosato, sì anche alla mozione Cattaneo

PESTICIDA BAMBINO

Il Senato poteva dire stop all’uso del glifosato in modo univoco ed esclusivo e invece alla fine ha scelto di non decidere. Decisione pilatesca a Palazzo Madama: approvate sia le mozioni che chiedano di revocare l’uso del glifosato – primo firmatario il senatore Saverio De Bonis –  sia quella presentata dalla senatrice a vita Elena Cattaneo a favore dell’utilizzo.

Oggi il Senato ha discusso e votato 4 mozioni sul glifosato. Due che chiedono al governo di impegnarsi per la messa al bando dell’erbicida (primi firmatari, rispettivamente, De Bonis e Bernini) e due (primi firmatari, rispettivamente, Cattaneo e Sgrana) che ne chiedevano la conferma dell’utilizzo. Per la senatrice a vita Elena Cattaneo si è trattata delle prima mozione presentata nell’Aula di Palazzo Madama.

Il governo, rappresentato in aula dal viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, ha espresso parere favorevole a tutte e 4 le mozioni pur propendo delle modifiche che sono state accolte dai diversi proponenti. Una posizione che sicuramente ha avuto il suo peso nella votazione finale.

Ecco i 4 punti della mozione presentata dal senatore Saverio De Bonis e sostenuta anche da Loredana De Petris, di LeU, che approvata impegna al governo:

1. a sospendere gli effetti del comunicato del Ministero della salute del 19 dicembre 2017 con cui si è recepito il rinnovo della sostanza attiva glifosato per 5 anni e ad assumere ogni
idonea iniziativa in sede europea per promuovere la revisione delle decisioni assunte in
merito all’utilizzo del glifosato con regolamento di esecuzione (UE) 2017/2324 della
Commissione, del 12 dicembre 2017;
2. a prevedere che i grani esteri, provenienti da aree dove il clima impone l’impiego di glifosato, siano assoggettati al principio di precauzione comunitario previsto dal
regolamento (UE) 2016/1313 (non già dal precedente regolamento (UE) n. 293/2013), così
come recepito dal decreto del Ministero della salute del 9 agosto 2016, ma mai applicato con apposite circolari dai dirigenti degli uffici periferici USMAF;
3. ad emanare una circolare che vieti la presenza di glifosato in tutte le stive di grano importato
– anche se già sdoganato in altri porti europei – e disporre, di conseguenza, l’intensificazione delle attività di controllo e monitoraggio su tutte le stive attraverso il prelievo di campioni da ciascuna stiva per affidarle a laboratori accreditati e rendendo noti gli esiti delle analisi, con specifico riferimento al traffico commerciale e alle connesse operazioni, in tutte le infrastrutture portuali italiane, in particolare nei porti della Puglia dove sbarcano la maggior parte delle navi contenenti grano duro proveniente dagli Stati Uniti e dal Canada, con lo scopo di garantire la sicurezza alimentare, ambientale e sanitaria;
4. a promuovere, anche mediante lo strumento della decretazione di urgenza, degli interventi normativi finalizzati a vietare l’utilizzo e la presenza della sostanza attiva glifosato negli alimenti, oltre che a scoraggiare l’acquisto e l’utilizzo di grani esteri, che vengono miscelati con il grano duro nazionale, di ottima qualità, falsando le quotazioni del mercato italiano, come ha dimostrato la sentenza del TAR Puglia n. 01200/2019 del 16 settembre 2019;
5. ad adottare tutte le necessarie misure di precauzione sul territorio nazionale volte a
proteggere la sanità pubblica nonché la salubrità dell’;ambiente, con specifico riferimento alla tutela delle acque, della flora e della fauna.

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La mozione della senatrice Cattaneo invece impegna il governo a:

  • a realizzare con i ministeri della Salute, delle Politiche agricole e dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, anche avvalendosi dei rispettivi organi tecnico-consultivi, una review complessiva delle evidenze scientifiche ad oggi disponibili rispetto all’erbicida glifosato, corredata da analisi di impatto comparative (circa costi, efficacia, rischi per la salute umana e per l’ambiente, carbon footprint etc.) degli erbicidi e delle tecniche agrarie succedanee utilizzabili in caso di divieti e restrizioni all’uso di detto erbicida;
  • ad acquisire dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, interpellati alcuni tra i principali utilizzatori nazionali di glifosato, ovvero i gestori e concessionari pubblici o privati delle reti viarie e ferroviarie nazionali, una relazione di sintesi circa la quantificazione dell’eventuale maggiore onerosità e il profilo di rischio tossicologico (maggiore, minore o uguale) di prodotti disponibili all’utilizzo per realizzare il diserbo manutentivo delle rispettive infrastrutture qualora fosse vietato l’utilizzo del glifosato;
  • a subordinare ogni iniziativa normativa e regolamentare su eventuali restrizioni o ampliamenti dell’ambito permesso di utilizzo dell’erbicida glifosato all’acquisizione delle valutazioni sanitarie, ambientali ed economiche di cui ai precedenti capoversi;
  • a trasmettere al Parlamento, alle rispettive Commissioni parlamentari competenti per materia, la review, la relazione e ogni altro elemento informativo utile al fine di elaborare scelte politiche e legislative basate sulle migliori evidenze disponibili necessarie ad orientarsi nella disciplina di ambiti e materie ad elevata complessità tecnico-scientifica.

Dure critiche alla mozione della senatrice Cattaneo da Isde-Medici per l’Ambiente e dall’Istituto Ramazzini di Bologna: “La mozione in oggetto va rigettata nella sua totalità: il nostro paese non ha bisogno di alcuna rivisitazione circa l’utilizzo del glifosato. Recenti studi dell’Istituto Ramazzini, che non vengono neppure nominati nella mozione, hanno messo in evidenza che il glifosato e il suo formulato Roundup, a dosi equivalenti alla ADI degli Stati Uniti, procurano formazione di micronuclei (genotossicità), effetto androgenico e aumento del testosterone nel sangue sia nei maschi che nelle femmine (interferenza endocrina), alterazione del microbiota intestinale durante le prime fasi della vita”.