Le compagnie aeree devono indicare chiaramente, sin dalla pubblicazione delle loro offerte su internet, l’Iva applicata ai voli nazionali, le tariffe per il pagamento con carta di credito e gli oneri per il check-in, qualora non sia proposta alcuna modalità alternativa gratuita. Lo ha stabilito la Corte di giustizia Ue pronunciandosi sul ricorso di Ryanair contro l’Antitrust, che aveva multato la compagnia per pratica commerciale sleale in quanto aveva pubblicato sul proprio sito prezzi ritenuti incompleti di alcuni dati. Soddisfatto Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori: “Fino a che le sanzioni comminate dalle Authority sono inferiori all’illecito guadagno e, anche quando vengono comminate, passano anni prima che la vicenda si possa definitivamente chiudere, è chiaro che i diritti dei consumatori verranno calpestati da chi attua pratiche commerciali scorrette” commenta Dona
La notizia della conferma della multa alla compagnia irlandese giunge nello stesso giorno in cui l’ad Michael O’Leary, in un’intervista rilasciata al Financial Times, ha fatto sapere che “Ryanair boccia l’ipotesi di riprendere a volare a patto di mantenere un posto vuoto tra i sedili per consentire la distanza tra i passeggeri e non riprenderà a volare se sarà costretta a rispettare questo obbligo”. Secondo l’ad, infatti, sarebbe un onere troppo grande per la compagnia viaggiare con metà dei passeggeri a bordo e ha testato il governo irlandese sulla possibilità che fosse lui a pagare il mancato introito.