Come devono essere i disinfettanti per essere efficaci per togliere (almeno dalle nostre mani) il rischio Covid? Non sembrano d’accordo il ministero della Salute e l’Istituto superiore di Sanità. E il disaccordo se debbano contenere almeno il 60 per cento di alcool (così dice l’Iss) o il 70 per cento (per il dicastero) spaventa i cittadini. E i farmacisti.
Secondo gli ultimi aggiornamenti forniti dal ministero della Salute, infatti, i disinfettanti a base alcolica da usare allo scopo devono avere una percentuale di etanolo non inferiore al 70%. Peccato che l’indicazione non segua quelle precedentemente fornite dall’Istituto superiore di sanità (organo tecnico dello stesso ministero), che in diverse occasioni e documenti aveva sempre fatto riferimento alla possibilità di usare anche un disinfettante per mani a base di alcol al 60%.
La difformità, che in primo luogo è tutt’altro che irrilevante sotto il profilo sanitario – nota RIFday, il mattinale del farmacista -, è gravida anche di possibili problemi e conseguenze molto concreti: l’improvvisa “inadeguatezza” ai fini della disinfezione e detersione della concentrazione di alcol etilico del 60% provocherebbe infatti evitabili carenze di prodotti “in regola” sul mercato nazionale, con un conseguente aumento dei prezzi e nuove caccie spasmodiche al gel o alla soluzione per la disinfezione delle mani.
Da qui la decisione di Federfarma di intervenire sul ministero per chiedere chiarimenti sulle criticità riscontrate nelle nuove indicazioni ministeriali e, in particolare, sull’evidente discrepanza con quelle ancora disponibili sul sito dell’Iss. Nella nota urgente inviata al ministero, Federfarma manifesta anche l’esigenza di conoscere su quali evidenze scientifiche si basi la nuova indicazione e segnala che il nuovo dato pubblicato sul sito ministeriale non chiarisce se la previsione di una “percentuale di etanolo (alcol etilico) non inferiore al 70%” si riferisca alla percentuale in volume.