“Non esiste un rischio immediato di interruzione improvvisa della fornitura di medicinali sul mercato nazional”, ha rassicurato il presidente Assogenerici, Enrique Häusermann, anche se, in base ai dati diffusi dall’Associazione europea dei produttori di generici e biosimilari “lo stock di principi attivi attuale copre in media 3 mesi di richiesta produttiva“.
L’emergenza del coronavirus, il rallentamento della produzione cinese e le difficoltà logistiche legate anche ai trasporti stanno avendo i loro effetti sui farmaci. Ricoridiamo che l’80% dei principi attivi viene prodotta in Cina e India e che negli Usa il 90% dei farmaci venduti è generico mentre in Italia la percentuale si ferma al 22%, con una spesa complessiva di 7,8 miliardi di euro nel primi nove mesi del 2019.
La situazione tuttavia non rischia di precipitare in modo improvviso: “Non esiste un rischio immediato di interruzione improvvisa della fornitura di medicinali sul mercato nazionale – ha specificato il presidente Assogenerici – tuttavia servirà ancora qualche giorno per avere un quadro chiaro della situazione produttiva in Cina e valutare appieno i potenziali rischi futuri, al di là delle già emerse difficoltà nel trasporto delle merci”.
Alle riserve di principio attivo dichiarate dalle aziende cinesi poi si dovrebbero aggiungere scorte aggiuntive accumulate in previsione del tradizionale stop produttivo coincidente con il capodanno cinese. “Le nostre aziende – ha concluso Häusermann – stanno già assicurando la massima collaborazione alle autorità regolatorie nell’attività di monitoraggio e di condivisione delle informazioni inerenti la ripresa delle attività produttive in Cina”.