C’è tempo fino al 22 febbraio. E in questi giorni tutti gli studenti italiani che cambieranno il corso di studi dovranno decidere quale sarà la scuola dove proseguire gli studi. E se la scelta, per le famiglie, risulta sempre difficile, a partire dalla scuola primaria, è evidente che la posta in gioco è di molto superiore se si ci si trova a dover optare tra classico o scientifico, tra liceo o istituto tecnico. Si può sempre cambiare, ma una scelta oculata è sempre la cosa migliore.
Ed è proprio in quest’ottica che la Fondazione Giovanni Agnelli (Fga) da due anni ha attivato un portale Eduscopio.it frutto di ricerche statistiche in cui vengono comparati alcuni dati, e attraverso il quale è possibile, per uno studente, cercare le scuole vicine a dove si vive (le opzioni sono fino a 10, 20 e 30 chilometri di distanza). Cerchiamo di capire subito qual è il metodo utilizzato per valutare i diversi istituti, statali e paritari.
“La Fga ha selezionato tutte quelle scuole in cui uno studente su tre opta per l’università: sono state escluse ad esempio quelle con meno di 21 alunni perché il risultato poteva essere falsato con un campione così ristretto”, spiega Marco Gioannini della Fondazione Giovanni Agnelli.
VEDI I PRIMI CINQUE LICEI CLASSICI DI MILANO, BOLOGNA, ROMA, NAPOLI, PALERMO
VEDI I PRIMI CINQUE LICEI SCIENTIFICI E ISTITUTI TECNICI DI MILANO, BOLOGNA, ROMA, NAPOLI, PALERMO
LA PERFORMANCE UNIVERSITARIA
Il criterio delle performance universitarie è considerato fondamentale se si considera che in linea di massima chi ha avuto buone e solide basi alle scuole superiori è in grado di affrontare positivamente il primo anno universitario, quello nel quale si sente ancora forte l’impatto degli studi precedenti. Sono 716.447 gli studenti presi in considerazione da Eduscopio, quelli cioè che si sono iscritti negli anni accademici 2010-2013 (gli ultimi esami analizzati sono quelli sostenuti nella primavera/estate 2014). Questi sono i dati a disposizione forniti dall’Anagrafe nazionale degli studenti universitari (Ans) del ministero dell’Istruzione che raccoglie i numeri forniti dalle segreterie degli atenei, sia pubblici che privati. Quello che di questi anni accade mici viene preso in considerazione nello studio sono i voti e i crediti: i primi perché servono a fare una media del rendimento degli studenti agli esami, i secondi perché danno la misura dell’intero profitto, e cioè del ritmo con cui i ragazzi sostengono le prove. La sintesi numerica di questo confronto viene espressa da un indice (su base 100), denominato Indice Fga.
LE OPZIONI DI RICERCA
Un passo imprescindibile è stato quello della “normalizzazione” dei numeri elaborati, come spiega Gioannini, per rendere “confrontabili dati diversi a seconda degli indirizzi di studio” utilizzando alcune tecniche statistiche. Questo perché il modo di valutare cambia da una facoltà all’altra e perché talvolta “voti uguali possono avere pesi diversi”. La ricerca viene fatta per indirizzo classico, scientifico, scienze umane, linguistico, istituto tecnico settore-economico, tecnico settore-tecnologico e per area geografica, selezionando la città e anche la distanza entro la quale trovare la scuola.
A quel punto viene fornita una lista con la “classifica” degli istituti. La ricerca è pensata sia per essere effettuata dai ragazzi, sia dalle scuole stesse che possono rendersi conto del posizionamento del proprio istituto sotto più punti di vista. Si può, infatti, verificare qual è la percentuale degli studenti che si immatricolano (o no), i tassi di abbandono prima della fine del primo anno (quello preso in considerazione dallo studio) o, viceversa, il superamento: tutti questi dati vengono forniti su base regionale e possono essere confrontati con altre scuole dello stesso tipo nel raggio di 10/20/30 chilometri e anche con le performance dell’anno precedente, il primo in cui la Fga ha effettuato la ricerca. Le scuole possono anche verificare quali sono gli indirizzi di studio che vengono scelti dai propri studenti all’università, quali gli atenei opzionati sul territorio e quale la percentuale degli altri atenei. Non essendo necessarie identificazioni, ognuno, in realtà può effettuare la ricerca sia utilizzando il percorso pensato ad hoc per i futuri allievi che quello realizzato per le scuole.
“Benché in molti ce l’abbiano chiesto spiega Gioannini non abbiamo voluto fornire una classifica su scala nazionale: non abbiamo voluto dire qual è la scuola migliore d’Italia”. Per più motivi: “Tale graduatoria prosegue non terrebbe conto delle condizioni socio-territoriali che ‘contaminano’ i dati e, inoltre, a uno studente non servirebbe a nulla sapere che la scuola migliore si trova a centinaia di chilometri dalla città in cui risiede”. “Quello che alla Fga interessa conclude Gioannini è fornire strumenti di valutazione che possano essere utili alla scelta”.
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