Bancarotta fraudolenta. È con questa ipotesi di reato che questa mattina gli uomini del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania, sulla base di un’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Catania, hanno arrestato Antonino Pulvirenti e Stefano Rantuccio rispettivamente Presidente e Amministratore delegato di “Wind Jet S.p.a.”.
Il crack
Antonio Pulvirenti e Finaria, l’holding che controlla, fondano WindJet, nel 2003. L’imprenditore catanese, classe ’62, inizia la sua avventura nell’aerotrasporto dopo i successi con discount, grande distribuzione, trasporti e aziende agricole. Per Pulvirenti è una vera e propria ascesa: nel 2004 rileva il Calcio Catania, nel 2006 gestisce anche un’industria chimica a Gela e per Capital è “imprenditore dell’anno”. I problemi all’interno della WindJet, però, sono già iniziati. I bilanci sono spesso in passivo e i debiti si accumulano. Nonostante tutto, nel 2008, la WindJet è la prima low cost italiana con 2milioni e 900mila passeggeri trasportati. Nel gennaio del 2012 Alitalia dichiara di volersi fondere con WindJet e Blue Panorama e il 13 aprile viene firmato un contratto di acquisizione tra la WindJet e la compagnia di bandiera. Il 26 aprile la WindJet dispone la procedura di mobilità per i 504 dipendenti per gravi perdite economiche. A fine luglio l’Antitrust mette dei paletti all’accordo tra le due società. Alitalia, infatti, dovrebbe cedere alcune licenze di volo. Nell’agosto l’accordo sembra saltare definitivamente e, l’11 agosto 2012, la WindJet decide di sospendere le operazione di volo.
La beffa per i passeggeri
È l’inizio della fine. E la perdita dei soldi spesi per i biglietti da migliaia di viaggiatori. Nel luglio 2013 il Tribunale di Catania approva il concordato di liquidazione della società WindJet. L’accordo prevede, per i passeggeri rimasti a terra la scorsa estate, il rimborso in 5 rate annuali del 5% del credito vantato.
“Una proposta di liquidazione sconcertante” la giudica Francesco Marcazzan, consulente dello Sportello europeo consumatori. “Calcolatrice alla mano per un credito ipotizzato di 100 euro, il consumatore dopo aver inviato una raccomandata con richiesta di rimborso, aver contattato il liquidatore attraverso l’indirizzo di posta elettronica certificata, avrà diritto a soli 5 euro, per di più in cinque rate annuali di 1 euro l’una. Neppure il costo sostenuto per la lettera raccomandata!”.