La scelta di abbinare all’assicurazione auto l’installazione di un dispositivo in funzione di scatola nera è piuttosto diffusa nel nostro Paese, complici anche alcune offerte assicurative che garantiscono sconti sul premio a chi guida un’auto dotata di questo sistema. In attesa che completino l’iter i decreti attuativi relativi all’obbligatorietà di applicazione di questi sconti da parte delle compagnie, proviamo a fare il punto sulle potenzialità di questo strumento, sui vantaggi ad esso associati e sulle criticità rilevabili.
Si possono raccogliere alcune informazioni su come funziona l’assicurazione con scatola nera auto grazie alla guida di Facile.it. L’utilizzo di questi dispositivi è infatti strettamente collegato al mondo assicurativo e all’esigenza, di anno in anno più evidente, di limitare i raggiri ai danni delle compagnie. Truffe molto diffuse e sostenute da false ricostruzioni e false testimonianze, che provocano conseguenze a cascata sui prezzi delle polizze auto, con il risultato di far pagare il conto agli automobilisti onesti. Monitorando l’attività del mezzo attraverso un sistema satellitare si punta ad ottenere una ricostruzione più fedele e oggettiva della dinamica dell’incidente e delle responsabilità da attribuire, a vantaggio di chi ha subito il danno e ha così maggiori opportunità di dimostrarlo. Un ulteriore vantaggio offerto dalla scatola nera, spesso pubblicizzato per incentivarne l’uso, è la possibilità di individuare a distanza e quindi recuperare più facilmente l’automobile in caso di furto. Per questo motivo diverse compagnie, indipendentemente dall’obbligo, prevedono sconti sulla garanzia furto e incendio agli assicurati che dotano il mezzo di scatola nera. Si segue il principio chiave secondo il quale a minore rischio corrispondono costi assicurativi ridotti.
Venendo alle disposizioni di legge, il decreto Concorrenza (Legge del 4 agosto 2017/124, consultabile a questo link insieme all’iter dei lavori preparatori) introduce il concetto di obbligatorietà degli sconti assicurativi da applicare agli automobilisti che scelgono di installare una scatola nera (Art.132-ter), ampliando la platea dei beneficiari delle agevolazioni, che dovrebbe ad esempio includere anche chi installa dispositivi alcolock, che bloccano il sistema di accensione dell’auto quando viene rilevato che la persona al volante ha un tasso alcolemico non compatibile con la guida. Nel decreto si poi fa esplicito riferimento all’intervento dell’IVASS, che ha in effetti prodotto un apposito regolamento reso pubblico il 27 marzo 2018, allo scopo di definire i criteri e le modalità per l’applicazione degli sconti obbligatori.
La consultazione pubblica avviata nell’estate 2018 in merito ai due decreti attuativi in esame per raccogliere diversi contributi dai soggetti interessati e dagli esperti del settore non ha ancora prodotto conclusioni ufficiali, ma secondo un’indagine del Il Sole 24 Ore pubblicata a metà settembre, è possibile già anticipare alcune possibili obiezioni e perplessità sollevate circa la reale efficacia dei dispositivi rispetto al ruolo che è loro affidato. In particolare, il fatto che quanto riportato dalla scatola nera possa essere considerato piena prova ai fini della determinazione delle responsabilità dell’incidente si scontra con quanto osservato dagli esperti in merito al grado di precisione delle scatole nere in uso nel determinare la posizione del mezzo. Si parla infatti di ben 10 metri di tolleranza consentiti dallo schema di rilevazione della posizione dell’auto, un margine decisamente troppo ampio, che non permetterebbe ad esempio di verificare in quale corsia fosse il veicolo e a quale distanza da ciò che ha urtato. La prima falla riguarderebbe quindi proprio l’affidabilità della rilevazione, la seconda la possibilità , presente e purtroppo sfruttata attualmente, di simulare frodi con mezzi già incidentati, perché non esiste un sistema efficace per abbinare una scatola nera ad un solo e unico veicolo. Non ultimo è difficile escludere ricadute in termini di privacy degli automobilisti, nonché, volendo vedere la questione in senso più ampio, in termini di rispetto delle attuali normative europee sulla conservazione e protezione dei dati personali. Sarebbe ad esempio troppo lungo il termine fissato a 12 mesi per la conservazione dei dati rilevati dal dispositivo e disponibili alla consultazione. Un altro dubbio sollevato e riportato da Il Sole 24 Ore riguarda le possibili interferenze tra la scatola nera e i dispositivi avanzati in dotazione alle auto, come la guida assistita.
Servirebbero quindi, secondo più segnalazioni, importanti miglioramenti per fare della scatola nera una soluzione davvero efficiente, tanto che aleggia la proposta di limitare la platea di beneficiari degli sconti obbligatori: validi per tutti fino al 2020 e poi solo per chi installa dispositivi in linea con determinati parametri tecnici. Non resta che attendere ulteriori novità e comunicazioni ufficiali su questo fronte.