Dopo solo sei anni dalla sua entrata in vigore, il congedo di paternità rischia di finire in cantina. Se non verranno rifinanziati attraverso la prossima Legge di stabilità , dal primo gennaio 2019, infatti i 4 giorni obbligatori di astensione dal lavoro per i neo papà non saranno retribuiti. Il che vuol dire che o si decide di attingere al proprio monte ferie, o ci si può scordare di passare i primi giorni dopo il parto accanto alla moglie per aiutarla nella nuova fase della famiglia. Per scongiurare che una norma di civiltà , persino troppo timida, venga di fatto disattivata, è stata lanciata una petizione dall’associazione noprofit “progressi” che chiede di rendere strutturale questa misura ed estenderla da 4 a 10 giorni.
Come funziona il congedo
Il congedo di paternità è stato istituito, in forma sperimentale dalle legge 92 del 2012, è stato ampliato da 2 a 4 giorni dalla Legge di bilancio 2017. La legge ne prevede la validità fino al termine del 2018. È rivolto ai padri lavoratori dipendenti entro il quinto mese di vita del figlio. A questi quattro giorni se ne può aggiungere un quinto facoltativo, fruibile però solo se la madre rinuncia a un giorno del suo congedo. Durante il congedo il padre ha diritto al 100% della retribuzione che è a carico dell’Inps.
Una misura di giustizia
“In Italia nascono meno bambini di quanto le persone desiderino e meno di quanto sarebbe auspicabile per dare basi solide al futuro del nostro paese, ormai in accentuato invecchiamento – spiegano i promotori della petizione – Sappiamo che per invertire questa tendenza, in modo che maternità e paternità siano scelte libere, né destino né rinuncia, servono investimenti pubblici coerenti e a lungo termine, e serve l’effetto moltiplicatore dell’aumento della partecipazione delle donne al mercato del lavoro. In particolare, serve destinare più risorse alla cura e alla crescita dei bambini, promuovere il lavoro dei giovani e delle giovani e, soprattutto, incentivare e sostenere la condivisione delle responsabilità familiari tra madri e padri”. E proprio in questa direzione va il congedo di paternità , che però ora è in pericolo. Per firmare la petizione, basta cliccare qui.