“Piacere, Gabriele. Gabriele e basta, che ho già i miei guai”. In effetti il nome di questo quarantaduenne fiorentino è un dettaglio. Su Facebook Gabriele è “Lavoro Anomalo” e così ormai lo conoscono più di sessantamila persone che quotidianamente visitano e interagiscono con la sua pagina dove da anni segnala annunci di lavoro ingannevoli o ambigui, raccoglie storie di ragazzi caduti nelle trappole di colloqui bidone in ogni parte d’Italia e denuncia con ostinata precisione aziende e società che nascono e scompaiono per riapparire altrove con le stesse modalità alla ricerca della stessa tipologia di vittime.
“L’idea di “Lavoro Anomalo” è nata a fine aprile 2012 – ci racconta – attorno a una birra al pub con gli amici quando ci scambiavamo racconti, esperienze e sfortune delle nostre rispettive ricerche di lavoro. Ho capito che potevo fare la stessa cosa sulla rete per provare ad aiutare molti altri ragazzi che si trovavano nelle nostre stesse condizioni”. Di esperienze precarie e lavori più o meno saltuari Gabriele aveva imparato suo malgrado a occuparsi da tempo “Anni di lavoro interinale – sorride – dal commerciale alla telefonia mobile fino ad arrivare agli store temporanei negli ipermercati per la vendita di elettrostimolatori. Ho lavorato per anni da stagionale nella grande distribuzione e altri da interinale come tecnico metalmeccanico per una azienda che si occupava della realizzazione di pompe di benzina. Contratti più o meno lunghi, poi una settimana a casa per ricominciare daccapo ed eludere il limite per non far scattare l’obbligo di assunzione”.
Da quell’esperienza, da quel senso di impotenza di fronte alle dinamiche del lavoro e agli squali che popolano quelle acque, nasce “Lavoro Anomalo”. “Mi sono fermato e ho deciso che volevo raccontare storie, mettere le persone in guardia e informare chi non ha nessuna preparazione sui diritti e le normative. Mi piace pensare – racconta – che assieme alla Cgil Firenze che qualche volta mi supporta facciamo formazione e informazione. E poi segnaliamo aziende che mettono annunci ingannevoli, facciamo girare i loro nominativi e i loro estremi per mettere in guardia altre potenziali vittime”. Un lavoro che gli ha causato più di qualche problema. “Abbiamo presentato degli esposti sulla base di storie che ci erano state riferite. Un lavoro che a qualcuno non piace, a giudicare dalle minacce quasi quotidiane e dalle intimidazioni che ho segnalato anche alla polizia postale. Minacce legali e fisiche. Ci sono aziende che addirittura hanno contattato alcune delle persone che hanno lasciato commenti sulla pagina di ‘Lavoro Anomalo’ per obbligarli a modificare quanto scritto o cancellarlo, ma per lo più si tratta di letterine prestampate in cui un fantomatico avvocato minaccia azioni legali. Per fortuna non succede mai”.
Un controllo facile
Con gli anni, il database di “Lavoro Anomalo” è diventato preziosissimo per chi cerca informazioni a proposito di aziende che pubblicano strani annunci di lavoro on line. Spesso basta una ricerca per capire che la tale società ha già truffato qualcun altro in un’altra parte d’Italia, o rintracciare un numero di telefono da cui sono già partite telefonate per offerte anomale o verificare se una determinata partita Iva porta ad aziende già segnalate. “Ogni testimonianza che ci arriva è firmata – spiega Gabriele – io faccio tutte le verifiche poi la metto on line salvaguardando l’anonimato”. Un impegno diventato lavoro a tempo pieno che Gabriele svolge facendo affidamento unicamente sulle donazioni di chi vuole sostenere “Lavoro Anomalo”. “Abbiamo lanciato una nuova raccolta fondi – dice – chiediamo di donarci simbolicamente due euro. Il prezzo di due biglietti di autobus risparmiati, uno all’andata e uno al ritorno, per un colloquio ‘bidone’ a cui si è evitato di andare grazie alle nostre informazioni”.