Le Unit Linked non sono polizze vita ma “strumenti di investimento senza garanzia di restituzione del capitale” al risparmiatore. Lo avevamo denunciato nel numero del Salvagente di marzo (acquista qui) nell’inchiesta curata da Daniela Molina sul mondo opaco di questi prodotti e ora una sentenza della Corte di Cassazione – seppur riferita a un caso particolare – sancisce che “il re è nudo”: “Il Ramo III dei prodotti assicurativi – composto fondamentalmente da Unit Linked – non ha le caratteristiche di una polizza vita”. E dunque il rischio finanziario è tutto sulle spalle dell’assicurato che non ha alcuna garanzia di restituzione del capitale né di accollo del cosiddetto rischio demografico (il caso morte).
Rischi per il sottoscrittore, meno “noie” per la compagnia
Parliamo quindi di “polizze” finanziarie ad alto rischio per il risparmiatore e più amate dalle compagnie perché rispetto alle tradizionali li obbligano a meno “coperture” patrimoniali. Nella sostanza le Unit Linked (ma anche le Index) sono strumenti finanziari basati non tanto sulla “previsione” di vita dell’assicurato quanto sugli indici di obbligazioni o azioni della compagnia stessa o della banca proponente.
Sono strumenti quindi da “maneggiare con molta cura” e come ci ha spiegato Giampaolo Petri, responsabile assicurativo di Konsumer Italia e per anni al Servizio tutela clienti dell’Ivass “il mondo delle polizze vita si divide in classiche, ovvero quelle in cui si “scommette” sulla vita, e finanziarie, in cui l’intenzione del sottoscrittore è di investire per avere un rendimento, assumendosi però il rischio” ma spesso il sottoscrittore non viene messo in condizioni di conoscere e di scegliere in modo consapevole.
Come riconoscere l’inganno
Le “classiche” sono meno rischiose? Risponde l’esperto: “La cosa importante da sapere è che anche per le polizze vita classiche se si versano 100 euro di premio, queste non vanno tutte nel ‘salvadanaio’. Una parte viene investita per il caso di premorienza – la cifra da versare agli eredi – e una parte per il caso di sopravvivenza, da riconoscere all’assicurato alla scadenza. Per ogni parte l’assicurazione trattiene tasse, spese e costi di caricamento, anche se spesso restano nascosti. Per cui può succede- re che quei 100 euro iniziali sono diventati 85 euro. Quindi, anche se non ci sono rischi di perdita di capitale, questo non torna mai per intero, ma l’assicurazione ne riconoscerà solo una parte. Le “finanziarie” invece possono mettere in discussione anche il capitale? “Sì – conclude Petri – le polizze finanziarie hanno il rischio a carico del sottoscrittore. Le polizze Unit e Index sono prodotti molto complessi che non è il caso di comprare se non si comprendono bene, tanto più che il contratto di questi prodotti può contare anche 1.700 pagine…”.