Il ministero della Salute spinge sull’obbligatorietà dei vaccini ma dimentica di fare i conti – nel vero senso della parola – con le risorse economiche disponibili. Così, quando mancano all’appello 300 milioni di euro, la Conferenza Stato Regioni è stata costretta a rinviare l’approvazione del Piano vaccinale previsto, in prima battuta, per ieri. Il punto è questo: l’intenzione del ministero è quella di ampliare il ventaglio delle iniezioni raccomandate per contrastare il calo delle coperture vaccinali. Tuttavia questo comporta un aumento della spesa sanitaria che le regioni non vogliono accollarsi.
«Se un vaccino viene raccomandato è difficile immaginare che poi il sistema non se ne faccia carico» ha spiegato Sergio Venturi, coordinatore della Commissione Salute delle regioni, che, a margine della riunione della Conferenza di ieri ha affermato che «le regioni hanno già espresso parere positivo sul documento ma lo vogliamo inserire nel quadro complessivo delle risorse del Fondo sanitario nazionale».
Se è vero che l’investimento in prevenzione – quale dovrebbe essere quello per i vaccini – permette alle regioni di risparmiare successivamente sui costi delle prestazioni, è anche vero che si tratta di un impegno economico per strumenti e personale in più che non può essere sottovalutato. In effetti le Regioni nel 2016 riceveranno, per la sanità , solo 111 miliardi di euro, una somma in calo rispetto a quanto indicato nel Patto Nazionale per la Salute, tuttora vigente e siglato dal Governo Renzi nel 2014 secondo cui il Fondo 2014 sarebbe dovuto essere di 109 miliardi 928 milioni, quello 2015 di 112 miliardi e 62 milioni, quello 2016 di 115 miliardi 444 milioni.
Il Piano, comunque, la cui approvazione è slittata al 5 novembre, non sembra prendere sotto gamba le preoccupazioni delle regioni: «Saranno studiate procedure da concertare con le amministrazioni regionali e con i produttori per coordinare al livello nazionale i costi di acquisto, la possibile logistica e i meccanismi attuativi» si legge nella bozza che, invece, nulla dice sulle sanzioni ai medici obiettori e sul ritorno dell’obbligatorietà delle vaccinazioni per l’iscrizione a scuola. Venturi spiega: «Nel provvedimento non c’è scritto nulla sulle sanzioni a carico dei medici, né dell’obbligatorietà delle vaccinazioni per l’iscrizione a scuola. Questo perché il tema delle sanzioni non riguarda né le Regioni, né il Governo: di fronte ad un comportamento eticamente discutibile ogni medico risponde al proprio Ordine dei medici. Per quanto concerne il tema dell’obbligatorietà delle vaccinazioni – ha concluso il coordinatore – compete al Parlamento discuterne».