Quasi un quarto del pollo congelato contiene livelli di acqua superiori ai limiti autorizzati dall’Ue. Ha dirlo è un rapporto pubblicato dal governo francese. Lo riporta FoodNavigator: la direzione generale della Francia per la concorrenza, i consumatori e il controllo delle frodi (Dgccrf) ha condotto un’indagine sulla quantità di acqua aggiunta al pollame congelato e surgelato nel 2016 e ha pubblicato da pochi giorni i risultati. A colpire è l’accertamento di una serie di falle ed errori negli autocontrolli  e di violazioni della normativa comunitaria.
I risultati
La Dgccrf ha visitato 37 stabilimenti diversi in Francia e ha prelevato 44 campioni, che sono stati poi analizzati in un laboratorio a Montpellier. Complessivamente, ha rilevato un tasso di non conformità di quasi un quarto (23%), che ha spinto l’autorità ad avviare procedimenti amministrativi. I campioni includevano 11 polli interi e galletti e 33 tagli di pollo e tacchino. Di questi, 13 campioni di taglio fresco sono risultati conformi e 10 non conformi. I test sono stati effettuati presso gli impianti di produzione  nel 36% dei casi e presso i centri di distribuzione all’ingrosso e i supermercati per il 64%, e in entrambi i luoghi sono state rilevate delle violazioni.
Cosa dice la legge
Va chiarito che oltre ad essere presente naturalmente nella carne, l’acqua può essere aggiunta al pollame congelato, ma entro certi limiti, fissati dal regolamento Ue (n.543/2008). Nello specifico, le carcasse intere possono contenerne tra l’1,5 e il 7% del peso complessivo, mentre i tagli tra il 2 e il 6%.Â
L’avvertimento ignorato
Dopo la scoperta, la Dgccrf ha chiesto ai produttori di applicare una dicitura sulla confezione del pollame trovato fuori norma, “Contenuto di acqua superiore al limite UE”, ma le aziende hanno preferito distruggere i prodotti non conformi piuttosto che farsi cattiva pubblicità . Tra questi c’era un grossista di servizi di ristorazione che si occupa della distribuzione di pollo proveniente dalla Romania: la sua azienda ha preferito distruggere tutti i suoi 132 prodotti anziché aggiungere l’etichetta di avvertenza.
Le altre infrazioni
L’autorità francese ha inoltre riscontrato una serie di altre violazioni nelle normative sulla sicurezza alimentare, “in particolare per quanto riguarda le condizioni di conservazione a freddo – spiega FoodNavigator – e ha emesso avvisi a un numero di operatori per la refrigerazione di alimenti a temperature non conformi, mancanza di monitoraggio e registrazione delle temperature di conservazione degli alimenti, attrezzature per la manutenzione inadeguate e guastu nella conservazione della catena del freddo. Il report non fa i nomi, al contrario del test su 12 petti di pollo comprati nei supermercati italiani e portati nei laboratori di analisi dal Salvagente nel numero dello scorso novembre.
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