“Se non ci sono problemi per i pazienti invitiamo i dirigenti e le mogli dei dirigenti dell’azienda ad impiantarsi nel seno i vetri anziché il silicone e anche il ministro Lorenzin – che non ha avvertito ancora i pazienti ma solo gli operatori – dovrebbe fare lo stesso esperimento”.
Carlo Rienzi non è certo tenero nei confronti della gestione dello scandalo protesi contaminate della Silimed. Il presidente del Codacons, fa notare al Test, la gravità di un allarme di cui in Italia si parla ancora troppo poco dopo che i dispositivi medici prodotti dall’azienda brasiliana – la terza al mondo per vendite – sono stati bloccati in via precauzionale dopo che un’ispezione presso il sito produttivo del marchio ha evidenziato la presenza di alcune particelle sulla superficie di alcuni prodotti.
”È gravissimo quello che sta accadendo – racconta al Test – il Codacons si mette a disposizione delle persone che hanno subito l’impianto di tali protesi – le quali possono compiere le dovute verifiche acquisendo la cartella clinica o chiedendo all’ospedale o alla clinica la certificazione circa la protesi impiantata – allo scopo di avviare azioni risarcitorie finalizzate a chiedere un milione di euro di danni ciascuno anche in assenza di conseguenze fisiche e solo per i gravi rischi corsi sul fronte della salute”.