La resistenza agli antibiotici uccide più del cancro, con i suoi 25 mila morti ogni anno in Europa e i 700 mila nel mondo. Secondo le stime dell’OMS, se continua questo trend, entro il 2050 ci sarà un decesso ogni tre secondi proprio a causa dei batteri resistenti – sempre più numerosi e diffusi. Accompagnata da questo scenario apocalittico, oggi si celebra la decima edizione della Giornata europea degli Antibiotici, voluta dall’Unione Europea e dalle autorità sanitarie Ue.
Italia maglia nera in Europa
A livello europeo l’Italia è uno dei paesi in si registrano il maggior numeri di casi di antibiotico-resistenza, con la sola Grecia che registra numeri peggiori del nostro. L’Atlante di sorveglianza sulle malattie infettive, con gli ultimi dati riferiti al 2015, mostra che la percentuale di batteri resistenti isolati è tra il 50-75% in Grecia, 25-50% in Italia, e tra il 10-25% in Romania. I tassi più bassi vengono invece registrati nei paesi scandinavi e in Olanda. Generalmente i Paesi con bassi livelli di antibiotico-resistenza sono anche quelli dove questi farmaci vengono utilizzati meno. Gli antibiotici vengono prescritti nell’80-90% dei casi dai medici di base, principalmente per infezioni delle vie respiratorie. In sei stati (Francia, Belgio, Slovacchia, Repubblica Ceca, Slovenia e Svezia) è stata osservata una diminuzione dell’uso degli antibiotici nei pazienti ambulatoriali e nei batteri resistenti responsabili di comuni infezioni. Il tasso di resistenza antibiotica, però, resta ancora alto o in aumento nella maggior parte degli Stati membri, soprattutto per batteri comuni come lo Staffilococco aureo o l’Escherichia coli. Inoltre, ci sarebbero casi di infezioni causate da batteri resistenti a quasi tutti gli antibiotici.
Le cause
A causare un così alto numero di batteri resistenti è, in primo luogo, una scarsa consapevolezza dell’importanza degli antibiotici e, dunque, un uso inappropriato degli stessi. Senza dimenticare, poi, il massiccio uso che di questi medicinali si fa negli allevamenti intensivi e dall’animale all’uomo il passo è davvero breve.
Cosa fa l’Efsa
Combattere la resistenza agli antimicrobici è per l’Efsa una priorità e nel 2017 gli scienziati dell’Autorità hanno concluso un’importante mole di lavoro scientifico in collaborazione con Ema e Ecdc. Tra i risultati di maggior rilievo, raccomandazioni scientifiche su come ridurre, sostituire e ripensare l’uso degli antimicrobici negli animali e un recente parere scientifico su come misurare i progressi nel ridurre la resistenza agli antimicrobici.