Pile a bottone, dopo Natale cresce il rischio: “Possono perforare l’esofago in mezz’ora”

PILE A BOTTONE

Tra lucine, giocattoli elettronici e gadget domestici, durante le feste aumentano le vendite e, soprattutto, gli incidenti: molti bambini inghiottono le pile a bottone senza mostrare sintomi. I medici: “Serve una radiografia subito”

Le pile a bottone invadono le case soprattutto a Natale, quando aumentano gli oggetti che funzionano con queste piccole batterie rotonde al litio: luci decorative, candele a led, addobbi luminosi, ma anche giocattoli elettronici e libri musicali. E non sono solo gli articoli “stagionali”: in casa se ne trovano ovunque, dagli orologi ai telecomandi, dalle chiavi dell’auto alle calcolatrici, fino a dispositivi multimediali di uso quotidiano.

Il problema è che, proprio durante il periodo delle feste, cresce anche il rischio di ingestione accidentale, in particolare tra i bambini più piccoli. Secondo i dati citati in Francia dal mensile dei consumatori 60 millions de consommateurs, il 40% delle vendite annuali di pile a bottone avviene tra dicembre e gennaio e una ingestione di corpo estraneo su quattro riguarda proprio queste batterie. E c’è da credere che in Italia non vada meglio. In media, 19 bambini al mese ne ingeriscono una in Francia, per lo più sotto i 6 anni, con un picco attorno al primo anno di vita.

Un pericolo silenzioso: spesso nessun sintomo

La gravità dell’incidente è legata a un fattore ingannevole: l’assenza di sintomi. In 6 casi su 10, un bambino che ha ingerito una pila a bottone non mostra alcun segno immediato. Quando i sintomi compaiono, sono spesso generici e poco riconoscibili: eccesso di saliva, difficoltà a deglutire, rifiuto del cibo, vomito (con o senza sangue), dolori addominali, tosse, pianto inspiegabile, sensazione di fastidio in gola o problemi respiratori.

Eppure, mentre all’esterno può non accadere nulla, all’interno la pila può provocare danni gravissimi. Per effetto di reazioni elettriche e chimiche, la batteria può bruciare i tessuti circostanti e provocare ulcerazioni o necrosi.

La corsa contro il tempo: “Può perforare in mezz’ora”

La situazione più pericolosa si verifica quando la pila si blocca nell’esofago. In questo caso, i medici avvertono che può iniziare a perforarlo già dopo mezz’ora. Il processo di lesione può estendersi entro due ore, con conseguenze potenzialmente fatali: il danno può raggiungere le arterie adiacenti e provocare un’emorragia severa.

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Se invece la pila arriva nello stomaco, risulta più mobile e, in generale, impiega più tempo a fare danni. Ma questo non significa che il rischio scompaia: la gestione deve restare immediata.

Per questo, in caso di ingestione o anche solo di sospetto, le indicazioni sono chiare: chiamare i soccorsi e portare il bambino in ospedale il più rapidamente possibile, perché una radiografia è l’unico modo per verificare la presenza e la posizione della pila.

Miele come misura d’emergenza?

In attesa dei soccorsi, viene ribadito che non bisogna provocare il vomito né somministrare farmaci antidolorifici. E il bambino non dovrebbe né mangiare né bere. Esiste però un’eccezione discussa negli ultimi anni: alcuni studi suggeriscono che il miele possa rallentare le ustioni caustiche provocate dalla pila.

Secondo quanto spiegato dalla pediatra d’urgenza Camille Joly durante una conferenza in Francia, il miele può essere somministrato solo se il bambino ha più di un anno, è cosciente, respira, riesce a deglutire e non vomita, e se l’ingestione risale a meno di 12 ore. In quel caso, la dose indicata è di due cucchiaini ogni 10 minuti, fino a un massimo di sei somministrazioni. La precisazione, però, è fondamentale: il miele non deve mai ritardare l’arrivo in pronto soccorso.

Gli incidenti soprattutto in casa

Un altro dato che emerge è legato alla modalità di ingestione: nel 60% dei casi, le pile vengono estratte direttamente dall’oggetto in cui erano inserite. Il restante 40% si divide tra pile conservate sfuse in casa (30%) e pile ingerite dopo essere state tirate fuori dalla confezione (10%).

Il rischio aumenta quando il vano batterie non è ben chiuso, soprattutto se scorrevole. Nei giocattoli, in teoria, dovrebbe essere necessario un cacciavite per accedere al comparto: è un requisito legato alla marcatura CE. Ma vengono segnalati prodotti difettosi o non conformi e, soprattutto, molti altri oggetti “non giocattolo” che restano a portata dei bambini.

Le più pericolose? Quelle sopra i 15 millimetri

Non tutte le pile a bottone sono uguali. Le più rischiose sono quelle con diametro superiore a 15 millimetri, perché corrispondono al diametro dell’esofago di un bambino di due anni. Tra le più vendute c’è la CR2023 (da 20 millimetri), che rientra in questa categoria e per questo è considerata particolarmente insidiosa.

Nuove misure: confezioni inviolabili e pile “amarissime”

Negli ultimi anni, sono state introdotte nuove misure di prevenzione. Per le pile a bottone al litio è ora obbligatorio un doppio involucro inviolabile, insieme all’avvertenza “tenere fuori dalla portata dei bambini”.

Duracell ha inoltre promosso l’uso del Bitrex, una sostanza considerata tra le più amare al mondo, già utilizzata in prodotti pensati per scoraggiare i bambini dal mangiarsi le unghie. L’azienda dichiara di rivestire alcune batterie con questo composto per innescare, in caso di contatto con la bocca, il riflesso immediato di sputare.