
Nonostante già a luglio era stata trovata la Listeria in un caseificio di Barletta, i responsabili hanno continuato la produzione in forma abusiva fino al sequestro effettuato sabato dai Nas. Nel latte è stata rinvenuta una carica batterica 30 volte superiore ai limiti di legge
Da un caso di Listeriosi al sequestro di due caseifici che producevano e commercializzavano prodotti lattiero-caseari in condizioni igienico sanitarie gravissime. È quanto è successo in Puglia, nella zona di Barletta e Andria, dove sabato scorso i carabinieri del Nas di Bari, sotto il coordinamento della procura della Repubblica di Trani, hanno sequestrato due poli di produzione e vendita.
Latte con Listeria 30 volte superiore al limite di legge
Il caso parte da un’attività investigativa iniziata lo scorso luglio, a seguito del rinvenimento del batterio Listeria monocytogenes in un caseificio del territorio, da parte del dipartimento di prevenzione della Asl di Trani.
Attraverso servizi di osservazione, controllo e pedinamento, i militari hanno accertato che i responsabili, nonostante i provvedimenti cautelari già emessi dall’autorità giudiziaria per quel caseificio, hanno proseguito la produzione in forma abusiva, utilizzando un deposito clandestino e un ulteriore stabilimento in gravissime condizioni igienico-sanitarie. Sulla base degli elementi raccolti, l’autorità giudiziaria ha emesso un decreto di perquisizione e sequestro eseguito dai carabinieri del Nas con il supporto dei militari del comando provinciale di Trani, di personale dell’Icqrf di Bari (Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi) e del dipartimento di prevenzione della Asl di Trani, che hanno eseguito specifici accertamenti sulla salubrità degli ambienti ed il campionamento della merce rinvenuta per i successivi esami di laboratorio.
I risultati, ancora parziali, hanno già evidenziato:
- presenza di Listeria monocytogenes in uno dei siti produttivi;
- carica batterica del latte destinato alla trasformazione circa 30 volte superiore ai limiti di legge;
- gravissime carenze strutturali e igieniche.
Alla luce di questo, è stato disposto il sequestro di locali, attrezzature e produzioni, anche al fine di acquisire ulteriori elementi ed eseguire i necessari accertamenti, per porre fine ad una attività illecita che rappresenta un serio rischio per la sicurezza alimentare e la salute dei consumatori.
Alla sagra della burrata di Andria nessuno compra i prodotti
Abbiamo raggiunto al telefono il comandante del Nas di Bari che ci ha spiegato che sono in corso da parte del servizio veterinario dell’Asl tutte le attività per il richiamo della merce già venduta e per individuare ulteriori acquirenti. Si sta analizzando tutta la documentazione commerciale per avere un numero preciso di persone coinvolte in questa vicenda. Il comandante ha voluto sottolineare l’importanza del lavoro sinergico tra le varie istituzioni coinvolte che permettono di ricostruire i casi che possono rappresentare un rischio per la salute pubblica e risalire ai responsabili degli illeciti. Un lavoro che dovrebbe contrastare eventuali allarmismi anche se, per chiudere con una nota di colore, sabato sera ad Andria c’è stata la sagra della burrata e, dopo la notizia del sequestro dei caseifici, in pochi hanno avuto il coraggio di comprare i prodotti.







