
Cominciano i primi effetti della stretta sulla coltivazione e la commercializzazione della cannabis light in Italia, prevista dal Dl sicurezza. Un coltivare pugliese di canapa industriale è stato arrestato e scagionato dopo 3 giorni, in Sardegna i coltivatori denunciano sequestri e distruzione di piante. Sequestri nei negozi in tutta Italia. Un caos prevedibile
Cominciano i primi effetti della stretta sulla coltivazione e la commercializzazione della cannabis light in Italia, prevista dal Dl sicurezza. Un coltivare pugliese di canapa industriale è stato arrestato e scagionato dopo 3 giorni, in Sardegna i coltivatori denunciano sequestri e distruzione di piante. Un caos prevedibile. E questo nonostante la coltivazione e la commercializzazione della pianta, nella sua interezza comprensiva delle infiorescenze, è lecita e resta consentita per le finalità previste dalla legge (come appunto la produzione di canapa industriale).
L’interrogazione parlamentare
Invece, come sostiene la senatrice del Movimento 5 stelle, Sabrina Licheri, in una interrogazione al ministro delle Politiche agricole, “Si stanno registrando sul territorio numerosi sequestri operati dalle Forze di Polizia spesso di intere piantagioni di canapa accompagnate dalla loro distruzione prima ancora di verificarne l’effetto drogante o meno delle piante, con il risultato di mettere in ginocchio un intero settore produttivo che conta centinaia di aziende e migliaia di posti di lavoro”.
I sequestri nei campi
Come ricorda il Fatto quotidiano, che riporta la notizia, è accaduto anche in Liguria a settembre, quando i Carabinieri hanno sequestrato ad un coltivatore 56 arbusti di canapa industriale e quasi cinque chili di infiorescenze. E anche in quel caso, dopo 10 giorni sono stati restituiti perché, secondo la Procura, “non hanno alcuna efficacia drogante”. Gli imprenditori Franco Ledda e Fabio Sulas sono indagati per detenzione di stupefacenti e rischiano dai 6 ai 20 anni di galera. Nel caso di Sulas, la procura ha avallato l’eradicazione delle piante. In un solo campione prelevato dal fiore il principio attivo stupefacente ha toccato lo 0,9 per cento, mentre le analisi della procura certificano un livello di principio attivo sotto lo 0,6% in tutti in tutti i campioni della piantagione.
L’arresto
In Puglia, segnala Canapa sativa Italia, un giovane imprenditore agricolo è stato arrestato per oltre 72 ore con l’accusa di traffico di stupefacenti. Le forze dell’ordine hanno rinvenuto più di 460 kg di prodotti tra infiorescenze e resine, classificandoli tutti come stupefacenti e procedendo all’arresto. Gli avvocati hanno dimostrato che si trattava di derivati di canapa certificata, privi di efficacia drogante secondo i certificati d’analisi. Il Gip ha rigettato la richiesta di custodia cautelare, ordinando la scarcerazione immediata: senza accertamenti scientifici validi non ci sono gravi indizi di colpevolezza. “Questo provvedimento richiama il principio di offensività in concreto già sancito dalla Cassazione: la mera presenza di infiorescenze non basta a configurare un reato. Serve dimostrarne la reale capacità psicoattiva” commenta Canapa sativa Italia, “Ribadiamo: è illegittimo predisporre sequestri, denunce e ancor più arresti senza analisi tecnico-scientifiche certe”.
I sequestri nei negozi
Intanto, cominciano anche i primi sequestri nei negozi di rivendita di cannabis light e derivati. Gli agenti del Commissariato di Fondi hanno sequestrato oltre 110 grammi di infiorescenze e derivati della canapa. I controlli hanno interessato tre esercizi commerciali, tutti riconducibili a una società con punti vendita attivi a Fondi, Formia e Terracina. In passato la vendita era considerata legittima, ma il nuovo quadro normativo ha modificato le condizioni di mercato e portato agli arresti. Anche la squadra mobile di Torino è andata in due negozi, mettendo i sigilli e portando via la sostanza stoccata nei magazzini. “La nuova operazione delle forze di polizia avviene contemporaneamente al fatto che altri tribunali, anche in questo momento in giro per l’Italia, stanno dissequestrando questo prodotto – dice al Tgr Rai, Luca Fiorentino, referente Piemonte associazione Canapa Sativa Italia – Insomma stanno già disapplicando l’articolo 18 del decreto sicurezza”. In altre parole, è in corso un caos del tutto prevedibile.









