Gnocchi, da Giovanni Rana a De Cecco: il test tedesco promuove i marchi italiani

Il test tedesco su 24 gnocchi confezionati promuove i prodotti italiani De Cecco, Giovanni Rana, Rummo, Lidl e Aldi che risultano puliti da pesticidi e da altre sostanze sgradite

Sono una soluzione rapida e gustosa per un pranzo preparato all’ultimo minuto: gli gnocchi industriali spopolano nei nostri supermercati. E sono popolari non solo in Italia. Tanto che la rivista tedesca Oko-test ha acquistato 24 marche di gnocchi confezionati per analizzarli in laboratorio e capire quanto sono sicuri per essere portati sulle nostre tavole. Risultato? Cinque prodotti vengono promossi a pieni voti, dodici ottengono un giudizio “buono”, mentre sette prodotti si fermano ad appena “sufficiente”. Buone notizie per i prodotti italiani De Cecco, Giovanni Rana, Rummo, Lidl e Aldi che sono risultati puliti da pesticidi (solo negli gnocchi Giovanni Rana e Aldi è stata rilevata una traccia).

Come sono stati testati gli gnocchi

Oko-test ha portato in laboratorio 24 marche di gnocchi (21 prodotti freschi e 3 non refrigerati), di cui 7 biologici, acquistati in supermercati bio, catene e discount, nella fascia di prezzo compresa tra 0,99 e 4,98 euro per 500 gr.
Il laboratorio ha analizzato i campioni per:

  • residui di pesticidi, incluso glifosato (presenti in alcuni convenzionali).
  • idrocarburi minerali e cadmio (nessun risultato rilevante).
  • glicoalcaloidi come solanina e chaconina (presenti solo in tracce non critiche).
  • anidride solforosa e solfiti (nessun superamento della soglia di etichettatura).
  • contenuto di sodio (coerente con quanto dichiarato).
  • Ogm (non rilevati).
  • analisi microbiologiche (nessuna anomalia: assenti enterobatteri, E. coli, Bacillus cereus, stafilococchi, listerie, salmonelle; carica batterica totale nella norma).

Sono state inoltre verificate le liste ingredienti per la presenza di aromi e la provenienza delle uova. Sono state, infine, controllate le confezioni per eventuali claims ambientali vaghi o fuorvianti e le informazioni mancanti sono state richieste ai produttori.

Lidl tra i migliori, e gli altri?

Gli gnocchi venduti da Lidl, “Chef Select Gnocchi Classici”, sono tra quelli promossi a pieni voti con giudizio “molto buono” perché non hanno nessuna traccia di pesticida, né altri ingredienti o sostanze sgradite.
Tra i prodotti consigliati (con un giudizio “buono”) ci sono gli “Gnocchi di patate fresche De Cecco“, che segnalano soltanto un contenuto troppo elevato di sale, gli gnocchi venduti da Aldi Sud, “Cucina Nobile Gnocchi di patate“, penalizzati da una traccia di pesticida e un contenuto di sale troppo elevato e gli “Gnocchi freschi di patate classici Giovanni Rana“, che contengono aromi naturali e in cui è stata rilevata una traccia di pesticida.
Infine gli “Gnocchi di patate Rummo” sono completamente puliti da pesticidi o altre sostanze chimiche, ma vengono penalizzati da un contenuto troppo elevato di sale e dalla presenza di aromi naturali.

Il sale penalizza dieci prodotti 

Dieci prodotti sono stati bocciati per l’elevato contenuto di sale che non va bene in generale e, nello specifico, per le persone con problemi di pressione alta. Il riferimento di confronto sono state le linee guida finlandesi sull’indicazione di “alto contenuto di sale” per piatti pronti e semilavorati, che fissano la soglia all’1,1 %. Tutti i prodotti che superano questo valore sono stati penalizzati di un livello.
Purtroppo non si salvano neanche i prodotti bio: oltre due terzi di quelli testati contengono troppo sale. Forse i produttori biologici cercano così di compensare il fatto che non possono aggiungere aromi? Aromi che, invece, sono presenti in tre dei prodotti convenzionali che vengono per questo penalizzati (tra questi Rummo e Giovanni Rana).

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Residui multipli di pesticidi

Il laboratorio ha trovato tracce di pesticidi in 10 marche convenzionali di gnocchi – in tre casi con residui di due sostanze (“Mondo italiano Gnocchi”, venduti da Netto, “Penny Ready Gnocchi”, venduti da Penny e “Cucina Nobile Gnocchi” venduti da Aldi Nord). In questi casi è stata applicata una penalizzazione maggiore per la presenza di residui multipli.
I livelli riscontrati non comportano un rischio immediato per la salute, ma non è ancora sufficientemente studiato quali possano essere gli effetti combinati di più residui di pesticidi (il famoso effetto cocktail). Una recente ricerca ha ipotizzato un legame tra esposizione a più pesticidi e malattia di Parkinson.

Uova da allevamenti a terra? Non rispettano il benessere animale

Poco più della metà dei produttori realizza i propri gnocchi senza ingredienti di origine animale, mentre 10 marchi (tra cui uno bio) contengono uova.
Hilcona dichiara di usare uova da agricoltura biologica nei suoi Bio Gnocchi, mentre per il prodotto convenzionale (i Classica Gnocchi) utilizza uova provenienti da allevamento a terra o all’aperto, a seconda della disponibilità. Ma l’origine delle uova non viene indicata in etichetta, e per questa mancanza di trasparenza il prodotto è stato penalizzato.
Gli altri 8 prodotti convenzionali contengono uova che provengono esclusivamente da allevamento a terra – almeno dichiarato con chiarezza. Anche se, come precisa Oko-test, “allevamento a terra” significa spesso capannoni enormi con oltre 6.000 galline stipate, senza accesso all’aperto e con poca luce naturale. Non essendo dunque una condizione di vita rispettosa del benessere animale, questa indicazione è stata penalizzata.
Addirittura Kaufland presenta sulla confezione dei suoi “K-Classic Gnocchi Classic” l’allevamento a terra come “un piccolo contributo alla tutela degli animali”. Claim che, secondo Oko-test, è un’operazione di greenwashing.
Anche se potrebbe andare peggio: se le gabbie tradizionali sono già vietate, la cosiddetta “gabbia arricchita in piccoli gruppi” è ancora ammessa in Germania fino alla fine del 2025 e gnocchi, anche se non si rilasciano più nuove autorizzazioni. Una criticità non da poco per il benessere animale.