Incenso, candele, profumatori d’ambiente: poco piacere per i polmoni

INCENSO PROFUMATORI

Un test francese su 20 profumatori di ambiente, tra i quali alcuni famosi come quelli di Zara, Maisons du monde, Glade, Puressentiel e Airwick ha scoperto diverse molecole cancerogene rilasciate nell’ambiente. Ecco i promossi e i bocciati

Profumare la casa è diventata una routine per molti: bastoncini d’incenso, candele profumate, diffusori e spray promettono atmosfere rilassanti e ambienti più accoglienti. Ma dietro questa patina di benessere, si nasconde un vecchio problema: l’inquinamento indoor.

Un’inchiesta di 60 Millions de consommateurs, che ha testato 20 prodotti in cinque diverse categorie, mostra come molti di questi accessori rilascino sostanze tossiche, irritanti o addirittura cancerogene.

L’aria di casa più inquinata di quella esterna

Non lo immaginiamo, ma l’aria che respiriamo tra le mura domestiche può essere più pericolosa di quella delle strade trafficate. A contribuire all’inquinamento indoor non ci sono solo acari, muffe e polveri, ma anche i cosiddetti inquinanti secondari: molecole sprigionate da prodotti che usiamo quotidianamente.

In testa alla lista, i composti organici volatili (COV), tra cui formaldeide, benzene e stirene. Sostanze irritanti, allergizzanti e in alcuni casi cancerogene, secondo le classificazioni internazionali.

Incensi: i peggiori in assoluto

I quattro incensi messi alla prova sono stati: Sattva, Zara Home – incenso aromatico, Nippon Kodo e Bio-ethic.

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Il verdetto è unanime: tutti insufficienti o molto insufficienti.

  • Emissioni fino a 18 COV problematici in concentrazioni significative.

  • Formaldeide a livelli elevatissimi: 42 µg/m³ per Sattva e addirittura 102 µg/m³ per Zara Home.

  • Presenza di stirene, benzene e acetaldeide, tutte sostanze cancerogene.

  • Particolato fine (PM10 e PM2,5) a livelli oltre le soglie OMS per la qualità dell’aria: qui tutti e quattro hanno ricevuto un giudizio “molto insufficiente”.

Il consiglio degli esperti è netto: gli incensi vanno evitati.

Candele profumate: meno nocive, ma non innocue

Le quattro candele analizzate sono state: Yankee Candle, Nature & Découvertes, Durance e Maisons du Monde.

I risultati sono migliori rispetto agli incensi:

  • Tre su quattro hanno ottenuto un giudizio “buono” per il rischio da inalazione.

  • Le emissioni di particolato restano contenute: tre candele sono state valutate “molto buono”, mentre Maisons du Monde si ferma a “buono”.

  • Restano comunque tracce di sostanze cancerogene come benzene e formaldeide, anche se in concentrazioni più basse rispetto agli incensi.

Accenderle occasionalmente non sembra porre rischi immediati, ma un uso frequente o prolungato è sconsigliato.

Diffusori: statici promossi, elettrici a rischio

Il confronto tra i diffusori statici a bastoncini e quelli elettrici a oli essenziali ha dato risultati molto diversi.

  • Diffusori statici: i quattro prodotti analizzati – Esteban, Zara Home, Durance e Nature & Découvertes – hanno ottenuto valutazioni molto positive. Le emissioni di formaldeide e acetaldeide sono risultate basse, e per il rischio inalatorio tre di questi hanno ottenuto “molto buono”, mentre uno è stato giudicato “buono”. Sono i dispositivi complessivamente più sicuri del test.

  • Diffusori elettrici: i quattro marchi messi alla prova – Livoo, Air Wick, Puressentiel (lavanda) e Zen Arôme (olio essenziale di mandarino) – hanno mostrato limiti importanti.

    • Livoo ha emesso soltanto formaldeide e benzene, ma a livelli bassi.

    • Air Wick è risultato il migliore della categoria elettrici, con prestazioni accettabili.

    • Puressentiel e Zen Arôme, invece, hanno ottenuto giudizi solo “accettabili”, penalizzati dalle emissioni più elevate di sostanze irritanti e allergizzanti (come i terpeni).

Spray: grandi differenze tra marche

Gli spray mostrano risultati contrastanti.

  • Ottimi i prodotti di ArcyVert ed Etamine du Lys, valutati “molto buoni”.

  • Deludenti quelli di Pranarôm e Puressentiel, giudicati “insufficienti” o “molto insufficienti” per l’elevata concentrazione di terpeni e COV totali.

In alcuni casi si sono superate le soglie di 3.000 µg/m³ di emissioni, considerate altamente problematiche.