
La Corte di Giustizia europea ha dato torto ai produttori: è giustificato guardare alla melamina, spesso contenuta in stoviglie, piatti e tazze, specie di bamboo, con estrema preoccupazione
Se ne trova, più spesso di quanto si possa credere, nelle stoviglie, nei piatti e nei bicchieri in bamboo e in altri materiali. E il sospetto con cui viene guardata la melamina da autorità e consumatori non è immotivato. È quanto, in sintesi, ha ribadito il 9 luglio 2025 il Tribunale dell’Unione Europea che, in seconda istanza, ha respinto due ricorsi presentati da diverse aziende chimiche – tra cui Fritz Egger (Austria), LAT Nitrogen, Cornerstone Chemical (USA), OCI Nitrogen (Paesi Bassi) e altri – che chiedevano l’annullamento della decisione dell’ECHA del 16 dicembre 2022, pubblicata il 17 gennaio 2023, con cui la melamina veniva inserita nella Candidate List come Substance of Very High Concern (SVHC) ai sensi dell’art. 57(f) del regolamento REACH.
Le aziende contestavano sia la fondatezza scientifica del provvedimento sia la correttezza procedurale, inclusi i diritti di essere ascoltate in fase di valutazione.
Perché melamina e formaldeide sono un problema
La melamina e la formaldeide sono gli elementi costitutivi della plastica melamminica e possono quindi essere presenti nella plastica come sostanze chimiche residue dalla produzione.
Allo stesso tempo, la plastica melamminica può anche degradarsi nel tempo a causa dell’usura o delle alte temperature. Quando si degradano, le sostanze indesiderate possono essere rilasciate.
Si sospetta che la melamina sia cancerogena e danneggi i reni e la vescica.
I motivi respinti dal Tribunale
Il Tribunale ha rigettato tutti i motivi sollevati:
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Errère nell’applicazione dell’art. 57(f): le aziende ritenevano che ECHA non avesse dimostrato gli “effetti probabili e gravi” sulla salute umana e sull’ambiente. Il Tribunale ha invece giudicato legittima l’interpretazione di ECHA, basata sulle proprietà combinate di persistenza, mobilità, potenziale di trasporto a lunga distanza e tossicità
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Violazione del principio del contraddittorio: i ricorrenti sostenevano di non essere stati consultati su nuove evidenze presentate in sede di Comitato degli Stati membri (MSC). Il giudice ha ritenuto valide le procedure e sostenute da adeguata documentazione.
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Disproporzione ed eccesso di potere: secondo le aziende, la decisione sarebbe sproporzionata, anche perché la melamina è spesso utilizzata come alternativa meno pericolosa alla formaldeide. Il Tribunale ha ribadito che l’identificazione della SVHC si basa sulle proprietà intrinseche della sostanza, non sugli usi.
Niente divieti ma più informazioni
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La classificazione non vieta l’uso della melamina, ma impone obblighi di informazione lungo tutta la catena di fornitura (art. 33 REACH) e possibili future limitazioni o autorizzazioni.
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I produttori, importatori e distributori di beni contenenti melamina in concentrazione superiore allo 0,1% devono osservare obblighi di notifica all’ECHA e informare i destinatari e, su richiesta, i consumatori.
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L’ECHA ha già avviato la raccomandazione per l’inclusione della melamina nell’Allegato XIV, che prevede procedure di autorizzazione per alcuni usi a partire dal 2024-2025.
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La sentenza apre la porta a azioni legali di tipo ambientale o sanitario contro importatori o venditori di merci contenenti melamina, anche su base collettiva (class action) in Europa e altrove.
Principio di precauzione
Questo pronunciamento della Corte del 9 luglio 2025 consolida il principio che, in base al REACH, anche sostanze senza le classiche proprietà di pericolo (cancerogenicità, mutagenicità ecc.) possono essere classificate come SVHC grazie alla valutazione congiunta di diversi parametri (PMT) che indicano un elevato potenziale di rischio complessivo.
La conferma da parte del Tribunale della legittimità dell’approccio regolatorio rafforza la spinta verso una maggiore trasparenza e controllo lungo la filiera, con importatori e distributori esposti a possibili richieste di risarcimento o misure restrittive.
Per i consumatori e lettori de Il Salvagente
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Anche se non esiste un divieto immediato, la melamina rimane sotto stretto controllo; informarsi su etichette e composizione dei prodotti è cruciale.
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Nel caso di stoviglie, utensili o superfici a contatto con alimenti, soprattutto se riscaldabili e se destinati ai bambini, verificare l’assenza o la presenza controllata di melamina.
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Prestare attenzione ai richiami o segnalazioni future da parte dell’Ue o produttori, consultando le nostre pagine.









