Negli ultimi anni, le tasse universitarie italiane sono cresciute costantemente (tra l’altro a fronte di servizi non sempre eccellenti), negando il “diritto allo studio” a chi non se lo può permettere.
Ora, finalmente, una buona notizia per gli studenti e le loro famiglie.
Da quest’anno si potrà evitare il salasso per l’iscrizione in un ateneo statale grazie alle nuove norme introdotte dalla legge di stabilità 2017 (l. n. 232 dell’11 dicembre 2016) in favore delle matricole provenienti da famiglie a basso reddito e dei dottorandi senza borsa di studio che potranno iscriversi gratuitamente. E su qualche “sconto” potranno puntare anche altri studenti in possesso di determinati requisiti.
Per le circa 600mila famiglie che avranno accesso ai maggiori benefici economici, il risparmio stimato è tra i 300 e i 500 euro.
Un buon incentivo per continuare gli studi dopo il diploma di scuola superiore.
Il contributo annuale onnicomprensivo
Ma vediamo in dettaglio cosa prevedono le nuove regole.
Il comma 252 stabilisce che gli studenti dei corsi di laurea e di laurea magistrale delle università statali contribuiscono alla copertura dei costi dei servizi didattici, scientifici e amministrativi mediante un contributo onnicomprensivo annuale (stabilito con regolamento dall’università), anche differenziato tra i diversi corsi di laurea e di laurea magistrale, da versare all’università alla quale sono iscritti. Si continueranno invece a pagare l’imposta di bollo (16 euro) e la tassa regionale per il diritto allo studio (140 euro).
All’interno del contributo onnicomprensivo annuale, oltre alla tassa di iscrizione, sono compresi i contributi per le attività sportive.
E la legge non dimentica di specificare che – data la onnicomprensività del contributo – le università statali non possono istituire ulteriori tasse o contributi a carico degli studenti, fino al rilascio del titolo finale di studio, fatti salvi i contributi per i servizi prestati su richiesta dello studente per esigenze individuali e le imposte erariali.
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La “no tax area” per le matricole (e non solo)
Sono poi previsti dei casi di esonero dal versamento del contributo onnicomprensivo (è la cosiddetta no tax area).
Non pagheranno nulla (ad eccezione della tassa regionale per il diritto allo studio, comunque dovuta), le matricole (gli iscritti al primo anno) che appartengono a un nucleo familiare il cui Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE), è inferiore o uguale a 13.000 euro.
Per gli altri studenti (in corso o iscritti al primo anno fuori corso), invece, il beneficio scatta solo se, oltre al requisito reddituale, ricorrono anche dei requisiti di merito.
In particolare: nel caso di iscrizione al secondo anno accademico, l’iscrizione gratis è prevista per gli studenti che hanno ottenuto, entro il 10 agosto del primo anno, almeno 10 crediti formativi. Per gli anni successivi è invece necessario aver raggiunto almeno 25 crediti nei dodici mesi antecedenti la data del 10 agosto precedente all’iscrizione al nuovo anno accademico.
Gli “sconti” per le altre fasce di reddito
Ma sconti sono previsti anche per gli studenti che appartengono a un nucleo familiare il cui ISEE sia compreso tra 13.001 e 30.000 euro e che soddisfano entrambi i requisiti di merito sopra descritti (essere in corso o al primo anno fuori corso, e in regola con i crediti formativi richiesti dalla legge).
In particolare:
- per gli studenti in corso o fuori corso di un solo anno che appartengono ad un nucleo familiare il cui ISEE è compreso tra 13.001 euro e 30.000 euro, e che soddisfano i requisiti di merito sopra descritti, il contributo non può superare il 7% della quota di ISEE eccedente 13.000 euro;
- per gli studenti fuori corso che appartengono ad un nucleo familiare il cui ISEE è inferiore o uguale a 13.000 euro, e che soddisfano il requisito relativo ai crediti formativi, il contributo è pari a 200 euro;
- per gli studenti fuori corso che appartengono ad un nucleo familiare il cui ISEE è compreso tra 13.001 euro e 30.000 euro, e che soddisfano il requisito relativo ai crediti formativi, il contributo non può superare quello determinato ai sensi del primo punto, aumentato del 50%, con un valore minimo di 200 euro.
Novità anche per i dottorandi
Le novità riguardano anche gli studenti dei corsi di dottorato di ricerca che non sono beneficiari di borsa di studio: anche loro, infatti, sono esonerati dal pagamento di tasse o contributi a favore dell’università.
Escluse dai benefici università private e telematiche
Tutte queste nuove regole non si applicano alle università non statali, alle università telematiche e alle istituzioni universitarie ad ordinamento speciale, nonché all’università degli studi di Trento.
Rimborso per le tasse troppo alte versate in passato
A proposito di tasse, però, molte università devono fare i conti – in senso letterale – con il passato. Per anni, infatti, sono state chieste agli studenti tasse troppo alte, che superavano il tetto massimo stabilito per legge (ovvero il 20% della somma che ogni università riceve dal Fondo statale di Finanziamento Ordinario).
Tra gli atenei che hanno preteso illegittimamente contributi superiori al dovuto (sarebbero 36 su 61) ci sono ad esempio quelli di Bologna, Milano (Statale, Politecnico e Bicocca), Roma Tre, Padova, Torino, Ferrara e Catania. Ognuna ha sforato il limite consentito, seppur con percentuali diverse.
Adesso, per chi ha versato somme non dovute dall’anno accademico 2007/2008 al 2012/2013 è tempo di chiedere il rimborso alla propria università. Rimborso che comprenderà la parte di tasse pagata in eccedenza e gli interessi nel frattempo maturati.