Lavaggio nasale o aerosol? Cosa fare contro il raffreddore dei bambini

Sono meglio le fialette monodose isotoniche o i lavaggi nasali con siringa e soluzione fisiologica? Inoltre, questi sistemi prevengono il raffreddore o sono solo un modo (costoso) per liberare le vie respiratorie intasate? Sull’ultimo numero del Salvagente uno speciale e il test su 12 aerosol per bambini

In inverno, i genitori di bambini piccoli sono alle prese con fialette monodose e boccette di soluzione fisiologica per effettuare i famosi lavaggi nasali ai propri figli. Questi lavaggi, oltre che liberare le vie respiratorie superiori da raffreddori in corso, dovrebbero anche prevenire le infezioni o le riniti allergiche future. Tuttavia, ci sono delle accortezze da seguire per effettuarli correttamente e, a questo proposito, ci sono opinioni molto diverse.
Tanto che in Francia è scoppiata una polemica che vede da una parte alcuni video, diventati virali sui social network, in cui si mostra come eseguire correttamente i lavaggi nasali, e, dall’altra parte un collettivo di produttori di fialette monodosi di soluzione fisiologica (Gilbert, Gifrer, Unither) che ha espresso preoccupazione rispetto alle indicazioni fornite. I video in questione, infatti, mostrano lavaggi effettuati con siringhe riutilizzabili e grandi flaconi di soluzione fisiologica, da un litro o mezzo litro, (che costano pochi euro). I produttori, invece, avvertono sul rischio di infezioni legato all’uso prolungato di flaconi che perdono la sterilità dopo una settimana e sull’importanza di gestire correttamente la pressione esercitata sulla siringa. Secondo loro, per ovvi motivi, la soluzione di riferimento rimane la fialetta monodose mentre per alcuni pediatri è possibile utilizzare anche gli altri dispositivi, purché si seguano alcune accortezze, come precisato in un articolo pubblicato sul Journal de pédiatrie et de puériculture.

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Senza andare troppo lontano, il Salvagente ha pubblicato sul numero di gennaio un servizio che approfondisce proprio questa tematica. Si parte da un confronto sugli aerosol, che scopriamo essere usati quasi esclusivamente in Italia. Per aiutare i genitori abbiamo analizzato 12 nebulizzatori adatti ai più piccoli per capire quali sono i più efficaci. Dal modello a forma di rana della Chicco, a quello a forma di cane di Flaem (entrambi si posizionano al primo posto della nostra classifica), dall’aerosol a forma di gatto di Omron (che si posiziona a metà classifica) al classico modello della Laica, (che arriva penultimo), nel servizio analizziamo le principali caratteristiche di questi dispositivi, spiegando anche come quella dell’aerosol sia una moda tutta italiana. Nei paesi del Nord Europe, infatti, viene utilizzato quasi esclusivamente negli ospedali, mentre si usano più spesso spray predosati o distanziatori.

Anche da noi non tutti i pediatri sono favorevoli all’aerosol e non credono che debba essere usato per qualsiasi tipo di infezione respiratoria perché potrebbe addirittura essere controproducente. Secondo Susanna Esposito, professore ordinario di Pediatria all’Università di Perugia, la terapia con aerosol ha senso per la cura della bronchiolite, della bronchite asmatica e della laringite mentre non serve nella rinofaringite, nella faringo/tonsillite e nell’otite media acuta. In questi casi, anzi, potrebbe addirittura essere controproducente, in quanto seccando le mucose le predispone all’attecchimento di germi. Per il classico raffreddore o le riniti allergiche è meglio eseguire dei lavaggi nasali con soluzione fisiologica o ipertonica che hanno proprietà decongestionanti e idratanti sulle mucose e fluidificanti delle secrezioni nasali e bronchiali.

A questo proposito, con il dottor Paolo Petrone, specialista in Otorinolaringoiatria, abbiamo fatto un quadro delle varie soluzioni fisiologiche in commercio, dall’acqua di Sirmione alle fialette ipertoniche, per capire quali usare (e perché costano così tanto). “I produttori giustificano questa differenza di prezzo con delle ragioni scientifiche – spiega Petrone – perché alcune tipologie di fialette monouso contengono acido ialuronico che, secondo alcune ricerche, aiuta a riepitelizzare la mucosa, oppure lo xilitolo che ha una funzione antibatterica. Il prodotto, quindi, dà qualcosa in più rispetto alla soluzione fisiologica pura che non contiene nient’altro. Inoltre le fialette dovrebbero essere sterili, a patto che non vengano toccate da tante persone. Tuttavia, non sempre queste fialette vengono sterilizzate, perché in alcuni casi sono semplicemente igienizzate attraverso un processo che si chiama gamma in radiazione, efficace per abbassare la carica microbica, ma che non le rende sterili. E comunque questo processo, soprattutto se viene fatto da laboratori esterni all’azienda, fa aumentare il costo finale per il consumatore. Ancora, da un punto di vista del packaging, queste fialette non sono tutti uguali: c’è quella con il beccuccio che si aggancia direttamente alla siringa, per evitare che il prodotto entri a contatto con l’aria. Quasi mai, però, il paziente è consapevole di queste differenze – avverte il dottor Petrone – e crede che i prodotti siano tutti uguali, anche perché le aziende stesse non hanno interesse a comunicare in modo chiaro l’uso medico più adeguato per orientare il paziente verso la scelta più giusta”.

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Gocce nasali? Riducono il raffreddore di due giorni

Secondo uno studio condotto di recente dal team di Steve Cunningham dell’Università di Edimburgo e presentato al congresso dell’European respiratory society (Ers), l’uso di gocce nasali saline può ridurre la durata del raffreddore comune nei bambini di ben due giorni e può contribuire a ridurre il rischio di trasmissione ai familiari, con un beneficio sui costi complessivi di questa diffusa malattia. “I bambini hanno fino a 10-12 infezioni del tratto respiratorio superiore all’anno – spiega Cunningham – quelle che noi chiamiamo raffreddori, che hanno un grande impatto su di loro e sulle loro famiglie. Esistono farmaci per migliorare i sintomi, come il paracetamolo e l’ibuprofene, ma non esistono trattamenti in grado di far guarire più rapidamente un raffreddore”.

Attenzione alla quantità e al materiale utilizzato

Il volume di soluzione fisiologica iniettata non deve superare i 2,5 ml per un bambino di meno di 6 mesi e i 5 ml per i bambini più grandi. Volumi più grandi possono causare dolore (otalgie), sensazione di orecchie tappate o sanguinamenti nasali. In secondo luogo, è fondamentale controllare la pressione esercitata affinché la soluzione nasale pulisca completamente la cavità nasale senza però trascinare le secrezioni nella tromba di Eustachio, poiché ciò aumenterebbe il rischio di otite. Inoltre, “una pressione troppo elevata può provocare una sensazione di soffocamento, rendendo il gesto meno tollerabile in futuro.
Le soluzioni fatte in casa vanno bene? Secondo alcuni esperti le preparazioni fatte in casa, a base di acqua, sale e talvolta bicarbonato di sodio, possono essere efficaci, ma bisogna stare attenti al rischio di contaminazione batterica legato all’utilizzo di flaconi multidose o siringhe. 

Spray nasali? Uno scudo protettivo per le mucose, ma nessuna azione antivirale

La rivista tedesca Oko-test solleva, inoltre, il tema sull’efficacia di alcuni spray nasali che promettono di proteggere dai virus del raffreddore. Il virologo Rolf Kaiser dell’ospedale universitario di Colonia spiega se questo è davvero possibile. “Il continuo passaggio dal freddo all’aperto al calore degli ambienti interni peggiora la situazione. L’aria calda degli interni è molto più secca, il che rende le mucose più fragili e soggette a lesioni, rendendoci più vulnerabili a batteri e virus presenti nell’aria”, spiega Kaiser. Secondo Kaiser, gli spray nasali specifici possono effettivamente essere d’aiuto. “L’effetto principale di questi prodotti è proteggere le mucose e prevenire la formazione di microlesioni. In questo modo, anche i virus trovano più difficile penetrare nel nostro corpo. Questi spray sfruttano sostanze come la metilcellulosa o la carragenina, ovvero “sostanze che formano un rivestimento protettivo”, spiega il virologo. A differenza degli spray nasali decongestionanti, non creano dipendenza.

Il principio di questi spray è quello di proteggere le mucose, e per questo possono essere particolarmente utili per le persone con mucose nasali sensibili o con tendenza a episodi di epistassi (sanguinamenti nasali). In alternativa, si può utilizzare una pomata nasale a base di Dexpantenolo. Tuttavia, non ci si deve aspettare che questi spray nasali combattano direttamente i virus del raffreddore. “Questi spray non costituiscono una terapia antivirale, anche se alcuni prodotti lasciano intendere il contrario. Non contengono principi attivi antivirali, ma funzionano come una sorta di scudo protettivo contro batteri e virus”, spiega Rolf Kaiser.