Un’indagine internazionale ha analizzato 166 capi di biancheria intima rilevando una contaminazione da bisfenoli in ben 55 di essi, anche di marchi noti come Sloggi e Triumph. Gli slip femminili sono i più contaminati, mentre la biancheria intima da uomo o per bambini è risultata più “pulita”
È allarme per la presenza di bisfenoli tossici sui capi di biancheria intima: un terzo di slip e mutande esaminate da un test internazionale è risultata piena di bisfenoli, sostanze tossiche che possono penetrare nel corpo attraverso il sudore, rappresentando un rischio per la nostra salute. Particolarmente contaminati sono risultati gli slip da donna, molti dei quali disponibili anche nei negozi italiani, come quelli dei marchi Sloggi e Triumph.
I residui di bisfenoli interferiscono con il sistema ormonale e possono influire negativamente sui giovani in fase di crescita. Questi capi, essendo a diretto contatto con le nostre parti intime, non dovrebbero contenere sostanze nocive, anche perché vengono indossati quotidianamente e anche piccole quantità di bisfenoli possono accumularsi nel tempo, portando a problemi come ridotta fertilità. Inoltre, alcune forme di bisfenoli sono collegate a rischi di cancro al seno e alla prostata, obesità, disturbi metabolici, diabete e malattie cardiovascolari.
Birgit Schiller, dell’organizzazione austriaca per la tutela dei consumatori VKI, ha definito questa situazione una “minaccia subdola”.
Su 166 prodotti ben 55 sono contaminati da bisfenoli
L’indagine, guidata da VKI, ha analizzato 166 modelli di biancheria intima: 55 sono risultati contaminati da bisfenoli, e tra i marchi ci sono sia quelli economici (come Tchibo e C&A) sia quelli di fascia alta (come Triumph, Wolford e Sloggi). I bisfenoli sono stati rilevati soprattutto in capi contenenti poliammide, una fibra sintetica che può trattenere queste sostanze durante la produzione. Dall’altro lato quanto maggiore è la percentuale di cotone, tanto più basse risultano le quantità di bisfenoli.
Meno contaminata la biancheria da uomo e per bambini
La biancheria intima femminile esaminata conteneva quasi sempre poliammide: in ben 35 modelli su 66 (più della metà) sono stati rilevati residui di bisfenoli. Per quanto riguarda la biancheria per bambini, i residui sono stati trovati in 11 su 53 modelli, mentre per gli uomini solo in 9 su 47 prodotti.
Il lavaggio non elimina queste sostanze
I ricercatori austriaci hanno testato se i bisfenoli potessero essere rimossi lavando la biancheria con normali detersivi. Il risultato è stato deludente: le quantità di bisfenoli diminuivano solo leggermente e rimanevano comunque elevate. Tutti i prodotti lavati sono stati classificati ancora come fortemente contaminati.
Impatti anche sull’ambiente
Il problema si estende anche all’ambiente: con l’acqua di scarico, i bisfenoli finiscono nei sistemi fognari e, se non eliminati completamente negli impianti di depurazione, possono raggiungere l’ambiente naturale rappresentando una minaccia anche per gli animali.
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