Dodici confezioni di riso basmati sono state analizzate dai laboratori svizzeri di Bon à Savoir. Tutte avevano almeno un pesticida ma nei casi peggiori ne sono stati contati anche 13, con diverse sostanze vietate in Europa
Dodici su dodici. Un en plein niente male, quello totalizzato dal riso basmati, se non fosse che riguarda la presenza di pesticidi, spesso anche vietati in Europa. È quello che ha registrato “Bon à Savoir”, la rivista dei consumatori della Svizzera romanda, che ha fatto analizzare in laboratorio le confezioni di riso basmati provenienti da grandi supermercati e negozi asiatici. Tutto riso che proviene da India e Pakistan con un carico davvero impressionante di residui di pesticidi.
Il riso meno contaminato era “Barkat Basmati” e “Asli Prime Basmati”, acquistati nei negozi asiatici. In questi due prodotti, il laboratorio ha rilevato un solo pesticida. Tra tre e cinque sostanze chimiche sono state trovate in “Prix Garantie Basmati” della Coop elvetica, “M-Classic Basmati parfumé” della Migros e nel prodotto di marca “Tilda Pure original Basmati”. In questi prodotti, le quantità di sostanze nocive trovate erano sotto i limiti legali.
In sette confezioni, invece, gli esperti hanno trovato livelli di pesticidi oltre il limite consentito, ovvero nei prodotti di Duru, Shazia, Kaalar, Rasht Darbari, Anar Dana, Rohad e Aggarwal. La confezione “Khalis Indian Basmati” di Aggarwal conteneva residui di ben 13 pesticidi e fungicidi.
Tre quarti delle sostanze trovate nel riso sono vietate in Svizzera: non dovrebbero essere vendute a causa dei rischi per la salute e per l’ambiente. Tra queste ci sono i neonicotinoidi, insetticidi dannosi per le api.