I risultati delle analisi del Test su 21 mieli di Acacia, che pubblichiamo sul numero in edicola e hanno bocciato 4 prodotti in vendita nei supermercati italiani, non hanno mancato di far rumore. Come era logico. A riprenderle, tra gli altri, il blog Certi Consumi di Monica Rubino su Repubblica e l’agenzia giornalistica Help Consumatori.
Tanto Fiorentini che Sarchio, due delle quattro aziende che commercializzano il miele risultato non di pura Acacia, appena riaperte dalle ferie hanno risposto al Test che si stanno adoperando per controllare con i loro fornitori e ci faranno avere al più presto una risposta.
Il primo a reagire, però è stato Fabio Iacovanelli, che con il fratello Piero guida l’azienda Adi Apicoltura, la proprietaria del marchio Miomiele.
“DITE DAVVERO?”
“Ma davvero mi dite?” ha reagito sorpreso quando gli abbiamo comunicato i risultati delle nostre analisi. A lui, come alle altre aziende “pescate” con mieli non corrispondenti al dichiarato, il Test aveva inviato i rapporti di prova poco prima della pubblicazione del numero ora in edicola.
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Iacovanelli non si nasconde. Dopo un iniziale imbarazzo ci spiega: “Il 2014 è stato un anno terribile per le nostre api. Le piogge molto frequenti hanno condizionato la qualità dei mieli di Acacia”. Proprio per questo, ammette, “quando ci siamo accorti che il miele aveva un colore anomalo, più scuro rispetto a quello che ci attendevamo, abbiamo avuto qualche dubbio”.
Non sul fatto che si trattasse di Acacia, però: “Le nostre api le abbiamo viste volare sull’Acacia, per questo non dubitavamo dell’origine di quello che etichettavamo come tale”. E per amore di precisione c’è da dire che un po’ di Acacia è stato effettivamente trovato anche nei nostri esami, non in percentuale sufficiente però a fargli ottenere la pregiata classificazione.
Continua Iacovanelli: “Visto il colore anomalo, ci siamo preoccupati di analizzare i conta- minanti, senza peraltro trovare nulla di preoccupante”.
“ORA CAMBIEREMO”
Analisi del Test alla mano, però, il proprietario di Miomiele, non ha dubbi: “Se il lotto non fosse stato interamente venduto lo avrei rietichettato. Ma già dalla fine di questa stagione, per evitare che episodi del genere possano ripetersi, sottoporrò il prodotto a prove specifiche”. Una scelta che testimonia l’attenzione di un’azienda biologica che da 150 anni fa miele.