Le autorità di controllo della Corea del Sud hanno analizzato 144 prodotti acquistati sui portali del fast fashion cinese: nelle scarpe di Shein trovati alti livelli di ftalati e nei sandali acquistati su Temu concentrazioni fuori norma di piombo
Alzi la mano a chi non è mai venuto il dubbio sulla salubrità di scarpre acquistate a meno di 10 euro o su uno smalto per una manciata di centesimi. Eppure succede spesso, specialmente tra i più giovani, di acquistare tramite le app dell’e-commerce cinese come Shein, Temu e AliExpress vestiti, scarpe e cosmetici a prezzi stracciati. Ma quale costo per la salute e per l’ambiente? Se infatti l’impatto in termini di inquinamento della fast fashion – la moda “veloce” – ormai è assodato, meno studiata – ma sempre più monitorata – è la presenza di sostanze tossiche a concentrazioni superiore alle soglie consentite in Europa in abiti e calzature.
Le autorità di controllo della Corea del Sud hanno analizzato 144 prodotti di Shein, AliExpress e Temu e diversi prodotti di tutte le aziende non hanno rispettato gli standard normativi. Come riporta l’Apf-France press, in alcune scarpe acquistate su Shein sono state trovati livelli significativamente elevati di ftalati, sostanze chimiche utilizzate per rendere la plastica più flessibile, sostanze interferenti endocrine cioè capaci di alterare l’equilibrio ormonale specie nei più giovani, in concentrazioni anche 229 volte superiore al limite legale. Nelle calzature sono state rilevate anche sostanze cancerogene.
In alcuni cappelli acquistati su Shein invece è stata rilevata formaldeide in una quantità doppia rispetto a quanto prescrive la normativa.
Nei sandali acquistati sulla piattaforma Temu invece è stato rinvenuto piombo nelle solette a livelli più di 11 volte superiori al limite consentito.
E ancora: in due flaconi di smalto per unghie di Shein sono stati trovati con diossano, un possibile cancerogeno per l’uomo che può causare danni al fegato, a livelli superiori di 3,6 volte il limite consentito e concentrazioni di metanolo 1,4 volte superiori al livello accettabile.
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Se le autorità di Seoul hanno richiesto alle piattaforme di ritirare dalla vendita i prodotti contaminati, la Ue si è mossa ad aprile scorso inserendo Shein nell’elenco di aziende digitali soggette a norme di sicurezza più severe, tra cui misure per proteggere i clienti da prodotti non sicuri, in particolare quelli che potrebbero essere dannosi per i minori.
France press ha chiesto una dichiarazione a Shein che ha assicurato di lavorare “a stretto contatto con agenzie di test internazionali di terze parti… per eseguire regolarmente test di campionamento basati sul rischio per garantire che i prodotti forniti dai fornitori soddisfino gli standard di sicurezza dei prodotti Shein”. “lavorano a stretto contatto con agenzie di test internazionali di terze parti… per eseguire regolarmente test di campionamento basati sul rischio per garantire che i prodotti forniti dai fornitori soddisfino gli standard di sicurezza dei prodotti Shein”. L’azienda ha anche dichiarato di aver rimosso dalla vendita i prodotti che sono risultati positivi ai controlli coreani.
Tuttavia alla luce dei nuovi controlli, la strada per raggiungere una piena sicurezza dei prodotti venduti appare ancora molto lunga.
