La proposta della Commissione europea di deregolamentare i nuovi Ogm e gli emendamenti votati dalla Commissione Ambiente del Parlamento europeo rischiano di violare i diritti degli agricoltori e dei consumatori, secondo una nuova analisi di Greenpeace
La proposta della Commissione europea di deregolamentare i nuovi Ogm e gli emendamenti votati dalla Commissione Ambiente del Parlamento europeo rischiano di violare i diritti degli agricoltori e dei consumatori, secondo una nuova analisi di Greenpeace.
La posizione ambigua del Pd
Il testo è stato approvato con 47 voti contrari, tra cui quelli degli esponenti dei partiti di maggioranza in Italia e Achille Varianti del Pd, 31 contrari (tra cui Verdi e Sinistra) e 4 astenuti, tra cui la dem Alessandra Moretti.
Cosa dice il testo
La Commissione Europea, nel dettaglio, vuole esentare i nuovi Ogm dall’etichettatura, sottoponendoli a un percorso autorizzativo più rapido e su due livelli. L’idea è infatti creare altre due categorie di Ogm, che seguirebbero un iter di autorizzazione diverso da quello previsto oggi, che obbliga i produttori alla valutazione del rischio, la tracciabilità e ad etichettare alimenti e mangimi geneticamente modificati.
Il nuovo regolamento ipotizza un percorso parallelo e più agile per le cosiddette New Genomic Techniques (Ngt), ribattezzate in Italia come Tecniche di Evoluzione Assistita (Tea). La Dg Sante propone di considerare piante Ngt di “categoria 1”: quelle che “potrebbero anche essere presenti in natura o prodotte tramite riproduzione convenzionale”. Per queste sarà necessario soltanto notificare la messa in commercio alle autorità competenti (anche chiedendo di mantenere confidenziali le informazioni).
La categoria 2
In sostanza, non si presta alcuna attenzione alla qualità delle modifiche, ma solo al numero, negando implicitamente un fatto acclarato, cioè la capacità delle NGT di modificare regioni genomiche che contengono meccanismi di protezione non scalfibili da altre tecniche di breeding. Le piante NGT di “categoria 2” comprenderanno tutti gli organismi che non incontrano questi criteri. In generale, si tratta di organismi in cui sono state inserite sequenze di Dna più lunghe della soglia limite. Queste piante saranno considerate più simili agli Ogm transgenici, ma comunque godranno di una procedura autorizzativa più snella. Rimarrà l’obbligo di etichettatura, ma non è richiesto un piano di monitoraggio o un metodo per il rilevamento delle modifiche effettuate in laboratorio.
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Greenpeace: possibili violazioni delle norme costituzionali
Se fossero adottate, secondo Greenpeace, le nuove normative potrebbero violare le norme costituzionali dell’UE, tra cui diversi articoli del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) e della Carta dei diritti fondamentali dell’UE, eliminando o indebolendo la valutazione dei rischi, l’etichettatura e la tracciabilità. A rischio di violazione sarebbero, inoltre, i diritti fondamentali degli agricoltori alla proprietà e alla libertà d’impresa, poiché le nuove normative non offrono una protezione sufficiente contro la contaminazione delle colture con nuovi OGM, ottenuti attraverso le cosiddette nuove tecniche genomiche (NGT).
“Decenni di progressi non devono essere cancellati”
“Decenni di progressi nell’Unione Europea in materia di diritti degli agricoltori e di protezione della salute delle persone e dell’ambiente non possono e non devono essere cancellati in nome dei profitti dell’industria biotecnologica”, dichiara Federica Ferrario, responsabile della campagna Agricoltura di Greenpeace Italia. «Le misure di sicurezza finora adottate non hanno ostacolato l’innovazione, e il diritto dell’UE non proibisce la ricerca e lo sviluppo, ma garantisce che quanto di nuovo viene sviluppato non violi i diritti dei cittadini europei alla salute e alla protezione dell’ambiente».
I nuovi Ogm sono attualmente coperti dalla legislazione comunitaria sugli organismi geneticamente modificati, che prevede per tutti gli Ogm adeguata valutazione del rischio, tracciabilità ed etichettatura.
L’avvertimento dell’Agenzia federale tedesca
L’Agenzia federale tedesca per la conservazione della natura (BfN) ha avvertito che i nuovi OGM hanno un potenziale di rischio paragonabile, se non maggiore, rispetto a quello delle piante prodotte con l’ingegneria genetica di prima generazione. Più recentemente, l’Agenzia nazionale francese per l’alimentazione, l’ambiente e la salute e la sicurezza sul lavoro (ANSES) ha affermato che le tecniche di editing genetico “possono indurre cambiamenti nelle funzioni biologiche delle piante ignorati dalla proposta di categoria 1 della Commissione», e che «non si possono escludere rischi per la salute e l’ambiente”. L’esempio degli Stati Uniti dimostra infine che, dopo un decennio di deregolamentazione, i nuovi OGM introdotti sul mercato non hanno mantenuto le promesse di sostenibilità.
Ora tocca alla plenaria
Dopo il voto odierno della Commissione Ambiente, la plenaria del Parlamento europeo dovrebbe votare la proposta il prossimo febbraio. Anche i governi dell’UE stanno cercando di raggiungere un accordo sulla proposta della Commissione, dopo che una proposta di accordo è stata respinta lo scorso dicembre.