“Gli automobilisti romani non possono essere trattati come slot machines“. Fa discutere la riforma del salario accessorio cui sta pensando in questi gironi l’amministrazione capitolina. Secondo le associazione dei consumatori si tratterebbe di una norma “assolutamente illegittima“. Ma la proposta non trova neanche il consenso unanime dei vigili: “Non siamo sceriffi” è il commento di chi tra i pizzardoni guarda con sospetto al “bonus multa”.
Il dato di partenza è il calo di contravvenzioni: dai 2 milioni e 538mila nel 2015 si è passati a un milione e 944mila nel 2016. Come farne fronte? La giunta Raggi ha individuato la possibile soluzione nella riforma del salario accessorio dei vigili che “ruoterà attorno al concetto di misurabilità delle prestazioni”. Ovvero prevedere un premio tarato sul numero delle contravvenzioni che emetteranno i caschi bianchi. Dal numero di controlli effettuati, per esempio, contro i venditori abusivi, oppure alle ispezioni nelle strutture turistiche senza autorizzazioni, o ancora al numero degli automobilisti “beccati” con la macchina in doppia fila, sulle strisce pedonali o sui parcheggi per disabili: tutto “concorrerà” ad alimentare le casse del comune e quelle dei vigili.
Sul piede di guerra le associazioni dei consumatori. Se dal Codacons fanno sapere di essere pronti ad ingaggiare una vera e propria “guerra legale”, da Konsumer si chiedono come è possibile che “nessuno riesca mai a trovare una via diversa alla soluzione dei problemi che non sia scaricare il malfunzionamento della pubblica amministrazione sulle spalle dei cittadini”. Ma anche tra i vigili urbani il malcontento per la proposta è tangibile. Adesso toccherà al delegato alla Sicurezza, Marco Cardilli mediare, per i prossimi 15 giorni, con le corporazioni interne per strappare un nuovo accordo incentrato sul merito , come ha chiesto la sindaca e il suo braccio destro Antonio De Santis, che ha la delega al Personale.