Tendinite, cosa e fare subito per limitare dolore e danni

TENDINITE

Quando si presenta un processo infiammatorio a livello dei tendini si può parlare di tendinite, una malattia anche molto dolorosa che però può essere facilmente affrontata se viene diagnosticata subito e non sottovalutata

In linguaggio medico l’infiammazione dei tendini viene chiamata tendinite: si tratta di un processo che coinvolge le solide strutture che collegano i nostri muscoli alle ossa, formate da un tessuto connettivo con un alto contenuto di una particolare proteina, il collagene, e da un altro elemento chiamato elastina (che, come suggerisce il nome, è più elastico).

I tendini sono una parte importantissima del nostro corpo, perché permettono di trasformare in reale movimento le contrazioni muscolari. In determinate condizioni, tuttavia, possono infiammarsi, causando fastidi e dolori.

Che cosa sono i tendini

Il tendine è un organo composto da un tessuto connettivo fibroso attraverso il quale un muscolo si inserisce all’interno di un segmento osseo o sulla formazione cui è destinato, sempre che l’inserimento non avvenga direttamente a livello delle fibre muscolari.

Si definiscono tendini anche quelle parti di tessuto fibroso che si trovano nella compagine del muscolo (iscrizioni tendinee del muscolo retto dell’addome) o ancora quelli inseriti tra due ventri muscolari (come quelli intermedi presenti nel muscolo digastrico e in quello omoioideo).

Questa parte del corpo è fatta di tre tipi di fasci (primari, secondari e terziari) formati da fibrille connettivali piuttosto ondulate ed esili, unite fra di loro da una sostanza cementante. Lungo i fasci primari sono presenti le cellule tendinee, i cui corpi sono orientati in base alla lunghezza delle fibre. Lo scorrimento dei tendini in certe aree corporee (come il polso o il collo del piede) è assicurato da alcune guaine fibrose e da borse mucose che, tra le altre cose, li mantengono nella posizione corretta.

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I sintomi più comuni della tendinite

Tra le manifestazioni che più spesso si presentano come diretta conseguenza dell’infiammazione dei tendini si segnalano forti dolori, gonfiori degli arti interessati e tumefazioni di entità variabile a seconda del livello di gravità.

Si presenta in questa situazione anche una maggior debolezza muscolare nelle aree dove i tendini risultano infiammati; come diretta conseguenza c’è dunque la limitazione o l’impossibilità di effettuare determinati tipi di movimenti sull’articolazione coinvolta.

Le parti del corpo più spesso interessate

Si è detto che i tendini sono addetti alla connessione fra tutti muscoli e le ossa del nostro corpo. Ci sono però delle aree particolari dove questa fastidiosa condizione si manifesta con maggior frequenza. Nello specifico:

  • sulle ginocchia: si parla di infiammazione rotulea, infiammazione del quadricipite (che è il tendine del muscolo anteriore alla coscia), l’infiammazione del popliteo (il tendine del muscolo posizionato nella parte posteriore del ginocchio)
  • sulle caviglie: l’infiammazione interessa il famoso tendine di Achille, che si trova nella parte del calcagno a metà polpaccio
  • sull’anca: l’infiammazione colpisce il medio gluteo o il muscolo piriforme (che è posizionato nell’area del gluteo che comprime o causa irritazione al nervo sciatico)
  • sulle spalle: l’infiammazione riguarda in questo caso la cosiddetta “cuffia dei rotatori”, una struttura muscolo-tendinea della spalla
  • sui gomiti: emerge in questo contesto quello che viene comunemente chiamato “gomito del tennista”

La condizione può inoltre interessare mani, braccia, talloni e anche i piedi. L’infiammazione può facilmente presentarsi in concomitanza con cisti e noduli (è il caso delle tendiniti che colpiscono il polso).

Le cause

Come spesso accade quando si infiammano altre parti del corpo legate all’apparato muscolo-scheletrico anche in questo caso si parla di un processo infiammatorio che è spesso legato a un eccessivo utilizzo o movimento di determinati muscoli.

Le continue sollecitazioni dei tendini, costretti nel corso del tempo ad un lavoro extra, possono portare a un loro malfunzionamento e, di conseguenza, a uno stato infiammatorio.

Si possono individuare  una serie di precisi fattori scatenanti dietro a questa condizione: le tendiniti di norma emergono come risultato di traumi, distorsioni o contusioni muscolari, sforzi particolarmente intensi e prolungati o ancora stiramenti eccessivi.

Chi pratica con una certa regolarità alcuni sport o lavori molto faticosi da un punto di vista fisico può facilmente incorrere in questo tipo di inconveniente.

Tra le attività che più spesso diventano causa di tale disturbo si possono per esempio citare il nuoto, il tennis, il golf, la corsa, il basket, il calcio e la danza. Esiste inoltre la concreta possibilità di sviluppare tendiniti quando si ha a che fare, per lavoro o per diletto, con alcuni strumenti musicali, soprattutto quelli a corda come la chitarra e l’ukulele, ma anche il pianoforte o la tastiera.

Come anticipato, uno scenario tipico che si presenta è il tendine del gomito infiammato (a causa dei movimenti dei muscoli dell’avanbraccio) per chi gioca regolarmente a tennis. Il tendine di Achille invece si può presentare più frequentemente negli sportivi che vanno regolarmente a correre.

Le ragioni che possono condurre a questa condizione sono dunque quasi esclusivamente di natura meccanica. Tra gli altri fattori di rischio che possono condurre ad una simile infiammazione vale inoltre la pena segnalare:

  • l’invecchiamento
  • la ripresa degli allenamenti dopo un lungo periodo di stallo
  • una posizione errata del corpo mantenuta troppo a lungo
  • l’utilizzo di scarpe non adeguate, soprattutto se durante la corsa su terreni accidentati
  • Ii mancato riscaldamento del corpo prima di un’attività fisica

Esiste anche la possibilità che le tendiniti si sviluppino nei pazienti a causa di precedenti condizioni fisiche congenite presenti già dalla nascita. Alcuni soggetti possono infatti essere più predisposti di altri a causa della curvatura anomala della loro colonna vertebrale o a causa dell’appoggio difettoso del piede a terra (è il caso del “piede piatto”).

Più raramente può accadere che altre condizioni possano predisporre il paziente all’infiammazione dei tendini: c’è per esempio un maggior rischio nei soggetti affetti da patologie metaboliche come le tireopatie e il diabete. Sovrappeso e obesità, in aggiunta, giocano un ruolo chiave nel sovraccarico di questi tessuti e, nel lungo termine, rendono a loro volta la risoluzione del problema più complessa.

Le altre patologie che possono colpire i tendini

Oltre all’infiammazione, il tendine può essere interessato anche da svariate altre patologie.

Si pensi ad esempio a certe lesioni traumatiche (causate dallo strappamento delle inserzioni) o di quelle irritative ai danni delle guaine tendinee. Possono inoltre emergere altri tipi di lesioni a tendenza suppurativa (come quelle tubercolari, traumatiche, reumatiche etc).

C’è inoltre la possibilità di sviluppare tumori benigni, che si originano dal tessuto tendineo, o ancora tumori maligni, fortunatamente molto più rari, che emergono a partire dalle guaine tendinee.

Tra le manifestazioni patologiche a livello dei tendini si possono infine segnalare situazioni croniche come la tenosinovite cronica stenosante della mano (che più raramente può interessare il piede), nota anche come malattia di De Quervain.

Come si diagnostica

Quando ci si rende conto che alcuni movimenti risultano più complicati di altri e che il problema si protrae a lungo senza risolversi naturalmente può rendersi necessario il consulto medico per fare chiarezza sulla questione e trovare una soluzione nel più breve tempo possibile.

Nello studio del proprio specialistica di fiducia il paziente verrà dunque sottoposto prima di tutto alla classica anamnesi: gli verranno quindi poste una serie di domande approfondite riguardo al suo stile di vita precedente alla manifestazione dei sintomi, alla sua storia familiare, all’eventualità di altre patologie precedenti o concomitanti e all’assunzione di particolari farmaci. Di particolare interesse in questo contesto è l’attività quotidiana svolta dal soggetto, sia essa di carattere sportivo o lavorativo.

Dopodiché si potrà passare all’esame oggettivo, visitando il paziente per localizzare il punto preciso dove si è manifestata l’infiammazione dolorosa. In questi casi, ad ogni modo, non è sufficiente la semplice osservazione del paziente ma è piuttosto necessario sottoporre l’individuo ad una serie di altri controlli come la risonanza magnetica e/o l’ecografia.

Questi ultimi due esami hanno un obiettivo duplice: l’ecografia potrà escludere altre malattie dei tessuti molli e, al contempo, potrà confermare la presenza di tendinite e l’entità del danno; in parallelo, la risonanza magnetica valuterà l’estensione dell’infiammazione.

Quale terapia viene applicata?

Di norma l’infiammazione dei tendini non è una condizione di cui ci si debba preoccupare particolarmente, in quanto non grave e facilmente risolvibile.

La cura del processo infiammatorio varia in ogni caso in modo considerevole a seconda della zona colpita e dei disturbi presenti. Ci sono, comunque sia, una serie di accortezze iniziali comuni a tutte le tipologie di questa condizione.

Prima di tutto, bisognerà applicare sulla zona dolente degli impacchi di ghiaccio per 15 minuti per 4 o 5 volte al giorno e per tre giorni consecutivi. Molto importante fare attenzione a come si utilizza il ghiaccio, che non dovrà andare a diretto contatto con la zona dolente per evitare lesioni e dovrà quindi essere avvolto in un panno o in un’apposita borsa ghiaccio.

Successivamente sarà molto importante tenere l’arto interessato a riposo il più possibile, evitando bruschi movimenti e il sovraccarico dell’articolazione e delle strutture annesse. Ulteriori sforzi possono portare non soltanto ad un peggioramento del processo infiammatorio in atto ma anche alla rottura vera e propria del tendine.

Per eliminare nell’immediato il dolore può essere opportuno assumere farmaci analgesici (antidolorifici) e antinfiammatori, ovviamente previa prescrizione del proprio medico di fiducia. Il fai-da-te, si badi bene, potrebbe fare più male che bene. Come spiegava al Salvagente il dottor Giovanni Di Giacomo, specialista ortopedico, responsabile del reparto di Ortopedia e traumatologia del Concordia hospital di Roma, responsabile medico Nitto ATP Finals Torino: “Spesso le tendiniti sono curate con farmaci che sfiammano e tolgono il dolore mentre il dolore serve per accorgersi che qualcosa non va e bisogna intervenire subito. Molte persone rimandano ma chi va subito dal medico riesce a evitare di sottoporsi a un intervento chirurgico e risolve il problema grazie alla fisioterapia”.

Una volta terminata la cura si potrà passare alla seconda fase, quella della riabilitazione, sotto la guida di personale qualificato. Solitamente i dottori che si occupano di questo periodo di recupero seguono il paziente indicando una serie di esercizi da effettuare. Nella maggior parte dei casi nelle zone colpite dall’infiammazione si effettuano massaggi specifici al fine di rilassare l’area e rafforzare muscoli e tendini circostanti e vengono inoltre consigliati esercizi di allungamento (stretching). In certi casi può anche essere utile sottoporsi alla fisioterapia vera e propria con la Stimolazione elettrica nervosa transcutanea, la ionoforesi o ancora gli interventi con il laser.

C’è inoltre la possibilità che il medico che sta seguendo il paziente consigli nei giorni successivi l’utilizzo di supporti come fasce elastiche contenitive o tutori. Se i problemi fossero apparsi sui piedi una buona soluzione potrebbe essere anche l’utilizzo di scarpe particolari o di plantari.

Quanto detto finora rappresenta una possibile opzione per i pazienti che hanno vissuto un’infiammazione al tendine lieve o, in ogni caso, di durata limitata nel tempo. Diversamente, se il problema dovesse persistere, il personale medico potrebbe facilmente consigliare altre forme di fisioterapia come le onde d’urto (che svolgono una forte pressione di tipo meccanico sulla zona da curare); come ultima ratio, se l’infiammazione si dovesse cronicizzare, potrebbe rivelarsi necessario sottoporsi a un vero e proprio intervento chirurgico ortopedico.

Come prevenire l’insorgere dei sintomi

Come anticipato in precedenza, l’insorgere di un’infiammazione a livello dei tendini può essere legata ad un preciso di stile di vita e ad abitudini che caricano di lavoro alcune parti del corpo umano addette al movimento.

Per riuscire a evitare (per quanto possibile) questo scenario bastano in realtà pochi semplici accorgimenti. Prima di effettuare un’attività sportiva o di svolgere un esercizio che sovraccaricherà muscoli e ossa è fondamentale effettuare stretching e un riscaldamento iniziale che permetterà al nostro corpo di adattarsi gradualmente agli sforzi, limitando così il rischio di traumi. Se il muscolo è contratto e non è stato allungato in modo adeguato, infatti, è più probabile che il tendine si strappi o si infiammi.

Cruciale è anche il tipo di vestiario e di equipaggiamento scelto per l’attività che si andrà a svolgere: chi per esempio cammina quotidianamente per diversi chilometri o chi va a correre deve sempre indossare scarpe sportive pensate ad hoc, ovvero calzature che garantiscano un ottimo appoggio del piede e che non presentino una suola troppo bassa o rigida.

In generale, è molto importante imparare a conoscere il proprio corpo e non abusare delle energie a disposizione: se si è fermi da diverso tempo sarebbe molto utile riprendere i propri allenamenti senza esagerare e in modo graduale, per abituare poco a poco il fisico.