Come riconoscere e curare l’orticaria da freddo

ORTICARIA

L’orticaria da freddo, ovvero l’eczema, comporta fastidi in modo particolare alla pelle. Ecco quali sono i sintomi e come va trattata

In molti, specie con le temperature basse, si ritrovano a dover affrontare un problema cutaneo particolarmente fastidioso chiamato in termine tecnico con il nome di eczema, o in alternativa orticaria da freddo.

Si tratta di una condizione piuttosto comune, generalmente non grave, della quale ci si può fortunatamente prendere cura in modo piuttosto semplice e con piccoli accorgimenti. Ecco dunque tutto quello che è necessario sapere nel merito della questione.

Che cos’è l’orticaria da freddo

Questa condizione, che a volte alcuni chiamano erroneamente come “allergia da freddo” è di fatto una reazione cutanea al freddo a livello della cute e dell’epidermide in modo particolare (si tratta dello strato più superficiale della pelle).

Generalmente si tratta di un tipo di patologia che, come suggerisce il nome, si presenta nella stagione invernale, quando le temperature esterne iniziano ad abbassarsi sempre di più, causando rossori e pelle secca nei casi più lievi e una vera e propria infiammazione cutanea in quelli più gravi.

Non si può in alcun modo parlare di allergia, in ogni caso, perché la temperatura induce semplicemente una reazione indiretta a livello della cute. Vedremo in ogni caso successivamente in che modo capire se il rossore potrebbe essere legato o meno ad una vera e propria reazione allergica.

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Quella da freddo è concretamente soltanto una delle numerose forme di dermatiti esistenti, esistono infatti anche la dermatite irritativa e la dermatite allergica da contatto: entrambe queste ultime due condizioni possono ad ogni modo peggiorare proprio in funzione delle temperature più rigide.

In quali condizioni si manifesta

Esistono senza ombra di dubbio dei fattori di rischio specifici per lo sviluppo di questo particolare tipo di patologia, che si può presentare però in forme molto varie a seconda non soltanto dell’individuo ma anche delle temperature a cui una persona viene esposta.

Nonostante non sia possibile determinare una precisa temperatura al di sotto delle quale si può manifestare un simile fastidio cutaneo, nella maggior parte dei casi una temperatura inferiore ai 4°C può essere sufficiente. Non è da escludere lo scenario in cui un paziente possa manifestare i sintomi dell’eczema anche in un contesto al di sotto dei 20°C, nonostante si stia parlando in questi casi di individui estremamente sensibili alle basse temperature.

L’eczema inoltre tende a colpire maggiormente le donne comprese fra i 20 e i 40 anni di età, particolarmente se queste ultime hanno vissuto di recente condizioni di stress psicofisico. Almeno per il momento, per il resto, la comunità scientifica non sembra aver individuato alcun collegamento fra la manifestazione dei sintomi e la storia familiare dei pazienti colpiti.

Quali sono i sintomi più comuni

Quando la colonnina di mercurio si abbassa di molti gradi il nostro corpo ha una naturale reazione: ci sono infatti alcuni soggetti particolarmente predisposti che sviluppano i cosiddetti autoantigeni della pelle che stimolano il rilascio di istamina, un particolare tipo di sostanza che scatena la reazione di arrossamento tipica dell’orticaria.

Le forme eczematose più comuni che si manifestano sono una particolare secchezza della pelle, l’ipercheratosi (ovvero un ispessimento della cute), l’arrossamento cutaneo (anche chiamato eritema), le ragadi e le fissurazioni (ossia delle ferite di forma regolare e allungata), un antipatico prurito e la formazione di antiestetiche croste.

In modo particolare il prurito da dermatite può essere il sintomo più problematico di tutti: nei pazienti, infatti, può presentarsi in forme talmente intense da rendere difficoltose le attività quotidiane e può facilmente disturbare il sonno, con effetti importanti sui livelli di stress di chi ne è affetto.

Non è da escludere, inoltre, che un condizione eczematosa simile possa protrarsi nel corso del tempo, persino per anni (per quanto sia molto raro che ciò possa accadere).

Perché l’eczema si manifesta in modo particolare con il freddo

Quando la temperatura si abbassa di molto si manifesta un netto peggioramento di questo tipo di patologia, in particolare di quella nella forma cronica. Ciò è provocato dal fatto che il freddo è causa di una vasocostrizione, cioè un restringimento dei vari sanguigni, particolarmente nelle zone periferiche del corpo come gli arti (ovvero le mani e i piedi). In un simile contesto la sintesi delle sostanze che formano la barriera cutanea (un esempio è costituito dai lipidi) diventa più difficoltosa e, di conseguenza, la nostra pelle diventa meno morbida e idratata.

Ad una maggior secchezza, dunque, si associa una maggiore suscettibilità della nostra pelle agli agenti esterni, con conseguenze che già sono state indicate in precedenza.

Come avviene la diagnosi

Per poter diagnosticare correttamente l’eczema è necessario affidarsi ad un esperto dermatologo, che dopo aver chiesto al paziente la sua storia clinica e aver svolto l’anamnesi generale andrà a effettuare un esame oggettivo per verificare qual è il livello di gravità della condizione e, eventualmente, per escludere altre patologie simili.

Esistono ad oggi vari tipi di test disponibili, anche se non tutti i pazienti rispondono ad essi, il che può complicare e non di poco la valutazione da parte dello specialista.

Il primo test a disposizione dei medici è quello del cubo di ghiaccio. Nel corso di questo esame il medico preme contro l’avanbraccio del paziente un pezzo di ghiaccio, di norma per circa 3 o 4 minuti. Se sulla pelle del paziente appaiono dei pomfi (un sollevamento della cute rotondeggiante circondato da un alone rossastro) allora il test sarà positivo. Si tratta però di un esame che non dà informazioni di sorta sulla temperatura e il tempo di esposizione necessari per lo sviluppo dei sintomi. Inoltre, come già detto non tutti i pazienti rispondono ad esso allo stesso modo.

Esiste inoltre la possibilità di sottoporre il paziente ad un test empirico o in alternativa al temp test, capace di valutare la soglia di tolleranza ad una certa temperatura.

Come capire se si tratta di una dermatite legata alla temperatura

Al di là del consulto medico (sempre necessario, particolarmente se si dovesse fare richiesta di farmaci specifici) è possibile valutare la propria condizione anche in base ad una serie di fattori che possono essere analizzati in autonomia.

Può infatti accadere che un paziente sia colpito da dermatite irritativa temporanea semplicemente perché è entrato in contatto con determinate sostanze, particolarmente nel caso di certi agenti chimici. Solitamente questo tipo di condizione si presenta quando sulla pelle di un individuo sono finiti alcuni tipi di saponi o detergenti, di acidi, di solventi, di gel igienizzanti, di vernici, eccetera.

Se invece si tratta di una dermatite allergica da contatto è possibile che il paziente abbia sviluppato una particolare sensibilità nei confronti di un determinato tipo di allergene: contrariamente all’eczema da freddo, in questi casi il rossore si può manifestare in forma generalizzata anche in molte altre aree del corpo e dunque non soltanto negli arti. In questo senso si potrà verificare a quale tipo di allergene si è più sensibili con il patch test, un esame con il quale vengono applicati sulla schiena del paziente speciali cerotti che andranno a evidenziare eventuali problematicità.

Identificare la radice dell’infiammazione cutanea sarà sempre molto importante per trovare la soluzione più adatta al singolo caso specifico.

Come curare l’eczema

Dopo aver identificato il problema con l’aiuto di un dermatologo si potrà procedere con la relativa terapia.

È importante in questo caso ricordare che si possono presentare due diverse situazioni: l’eczema può presentarsi in forma acuta, con manifestazioni eritemato-vescicolari che possono essere bloccate con l’assunzione di farmaci cortisonici e di creme steroidee; in alternativa, la forma eczematosa può presentarsi in forma cronica, con una maggiore desquamazione cutanea e con la presenza di ragadi che si possono trattare applicando speciali emollienti.

In linea molto generale, i prodotti emollienti si rivelano in realtà molto utili per tutte le varie manifestazioni dell’eczema, da quelle più lievi a quelle più gravi. Fondamentale in questo caso è inoltre il ruolo dei detergenti anallergici a ph neutro.

Nei casi più complessi di dermatite di questo tipo a svolgere un ruolo fondamentale è anche l’utilizzo di guanti di cotone, che associati all’applicazione di creme specifiche svolgono una fondamentale azione protettiva.

Con le dovute accortezze solitamente questo tipo di problema si risolve in maniera spontanea, nel giro di una manciata di settimane.

Come proteggersi dall’eczema

Scontato dire che questo tipo di condizione è difficile da evitare se ci si ritrova a vivere in parti del mondo dove le temperature invernali possono diventare anche molto rigide.

In ogni caso, basterà come sempre applicare il buon senso e fare affidamento a tanti piccoli accorgimenti che però potranno fare un’enorme differenza.

Prima di tutto, con l’arrivo dei primi freddi, è consigliabile l’utilizzo di guanti per coprire e tenere al caldo quanto più possibile l’area interessata dall’infiammazione cutanea. Vale inoltre la pena affidarsi a creme e unguenti che possano mantenere gli arti (le mani in modo particolare) sempre idratati, e che andrebbero applicati più volte al giorno. Gli esperti consigliano anche di evitare, per quanto possibile, di lavare l’area interessata dall’eczema in corso, per non rischiare di indebolire ulteriormente la barriera lipidica. Infine, meglio evitare il contatto con le sostanze irritanti e/o allergeniche già citate in precedenza