La Giardia è un parassita intestinale presente nel tratto intestinale della maggior parte dei mammiferi, compreso l’uomo. Si tratta quindi di un parassita ubiquitario che, in certi casi, può condurre a patologia
Trattandosi di un parassita normalmente presente nell’intestino, le circostanze in cui si verifica una vera e propria patologia sono quelle in cui l’infezione diventa massiva (con segni clinici e sintomi evidenti) e conduce alla malattia anche nota come “giardiasi” o “febbre del castoro”. La malattia, normalmente, si manifesta in cuccioli molto giovani o con sistema immunitario compromesso, con reazioni talvolta anche gravi. Si tratta di un parassita estremamente contagioso, a causa della sua capacità di sopravvivere in ambienti esterni anche ostici e all’elevato potere infettante delle oocisti. Bastano, infatti, 10-20 oocisti per sviluppare l’infezione.
Il ciclo vitale della Giardia
Dei cenni sul ciclo vitale della Giardia aiutano a comprendere il perché la sua eradicazione completa sia spesso difficile, e una volta che si sia contratta la malattia siano frequenti le recidive. Inizialmente, il parassita viene assunto (nella sua cosiddetta “forma cistica”) dall’animale tramite ingestione. Questo può capitare bevendo acqua contaminata, mangiando cibo contaminato, leccando pelo contaminato o venendo a contatto con feci contaminate nell’ambiente. Una volta che abbia raggiunto l’intestino, evolve dalla forma cistica a quella vitale, nota come trofozoita. Ma è poi soprattutto nel tratto duodenale che vive, prolifera e si replica per diventare oociste. Le oocisti, moltiplicandosi, danno vita a larve mobili che a loro volta si riproducono asessualmente all’interno dell’intestino tenue del cane. Albergando nell’intestino, danneggiano fortemente il rivestimento intestinale, compromettendo la digestione e consumando le sostanze nutritive essenziali per la salute dell’animale. Un altro importante effetto è la riduzione della parete d’assorbimento a livello intestinale, con conseguenti forti dolori addominali. A differenza di altri parassiti, pertanto,la Giardia non necessita di ospiti intermedi per la sua replicazione. Questo rende di gran lunga la situazione più problematica; non necessitare di ospiti intermedi, infatti, rende la giardiosi una malattia a diffusione facilitata. L’habitat ideale della Giardia sono gli ambienti umidi, le acque stagnanti e le fognature.
I sintomi della Giardia
In quanto alla sintomatologia, l’infezione può essere latente e asintomatica. In questo caso, si può dire che la patologia è subclinica, il che avviene nella maggioranza dei casi. Nel 10% delle circostanze, tuttavia, i sintomi possono essere molto debilitanti. Tra questi si trovano:
- Perdita di appetito e anoressia, con conseguente perdita di peso;
- Debilitazione cronica;
- Malnutrizione;
- Diarrea acuta, cronica o discontinua;
- Perdita di peso;
- Flatulenza;
- Febbre;
- Disidratazione, anche grave;
- Stanchezza e letargia;
- Debolezza;
- Feci sanguinolente (ematochezia) o pallide, grasse, fortemente maleodoranti;
- Debolezza e abbattimento;
- Decesso (raro in animali sani).
Qualora si presentino questi sintomi, è quindi bene rivolgersi immediatamente al veterinario per effettuare specifici test diagnostici.
Diagnosi
I metodi diagnostici principalmente utilizzati per giungere ad una diagnosi certa di Giardia, sono i seguenti:
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- Esame a fresco delle feci: permette di porre in evidenza nello striscio la presenza di trofozoiti, facilmente visibili soprattutto in caso di peristalsi aumentata (diarrea).
Se si evidenziano nelle feci, significa che sono presenti in grande quantità nell’intestino che espelle la forma cistica, altamente resistente nell’ambiente esterno. In genere, nelle feci, sono presenti soprattutto le forme cistiche con 2 o 4 nuclei. La forma è definita “a goccia”; a volte è anche visibile il disco adesivo con il quale il parassita si lega al tessuto intestinale. - Flottazione con solfato di zinco, metodo pensato per la ricerca delle oocisti. Il funzionamento prevede la raccolta delle feci a giorni alterni, con feci fresche (possibilmente raccolte entro 30 minuti).
- Snap test: si tratta del metodo più utilizzato, dal momento che permette di identificare con chiarezza gli antigeni del parassita;
- PCR fecale: si tratta di una metodica altamente sensibile, utilizzata soltanto nell’ambito di particolari situazioni epidemiologiche (ad esempio, per sospetto contagio dell’uomo).
- Metodiche immunologiche (Elisa, IFA): sono tecniche eseguite in clinica con i cosiddetti “antigenici rapidi”.
Nella valutazione diagnostica, è importante tener presente che spesso i test dovranno essere ripetuti (per una media di 2-3 volte). Questo è dovuto al fatto che la Giardia elimina le oocisti in maniera intermittente: infatti, nelle forme croniche, la Giardia ha dei periodi di replicazione alternati a periodi di stasi, per cui il materiale da analizzare potrebbe non essere sufficiente ad una prima analisi.
Sebbene non possa essere del tutto escluso, sono rarissimi i casi in cui il cane può infestare l’uomo (ma è decisamente più probabile il contrario). Esistono, infatti, diversi genotipi (denominati assemblaggi) di Giardia. Nonostante si tratti appunti di una condizione estremamente rara, può essere alquanto rischiosa specie per alcuni soggetti, come anziani, neonati, donne in gestazione e individui immunocompromessi (per esempio, affetti da AIDS). Un recente articolo, in cui è stata condotta una meta analisi ed una revisione sistematica del ruolo nel gatto come causa di zoonosi nell’uomo,ha permesso di riscontrare che il 38.7% dei gatti in esame presentava il genotipo di Giardia che infetta anche l’uomo.
Trattamento della Giardia
Quando si abbia la certezza che un cane è positivo per la Giardia, prima di optare per un trattamento è bene considerare in quale caso peculiare ci si trova. Se il cane affetto è un cucciolo, è sintomatico ed è positivo per altri parassiti, è bene iniziare un trattamento. Se è adulto e non sintomatico, ma ad alto rischio zoonosi, è bene fare altrettanto; viceversa, in tutte le situazioni in cui la patologia sia subclinica, non è necessario ricorrere ad un trattamento.
Come accennato facendo riferimento al ciclo vitale della Giardia, è bene tener presente che la guarigione dalla giardiasi è spesso complicata. Questo non significa che sia impossibile curarla, quanto piuttosto che è complicato comprendere quando il parassita sia stato effettivamente eradicato. A peggiorare la situazione vi sono le frequenti recidive, che inducono a pensare al fatto che una prima infezione di Giardia non garantisce alcuna immunità o protezione per infezioni successive. Si potrebbe dire, quindi, che l’obiettivo primario di un trattamento è quello di lenire i sintomi e ripristinare il buono stato di salute del cane. Un accorgimento utile è quello di associare, all’inizio e alla fine del trattamento, un bagno con shampoo alla clorexidina (un potente disinfettante) e, se possibile, togliere l’animale dall’ambiente infetto.
Inoltre occorre raccogliere prontamente le feci dal giardino o dal prato per evitare la contaminazione del terreno. È fondamentale impedire al cane di mangiare le proprie feci e quelle di altri cani. In genere il trattamento (che deve comunque essere consigliato dal veterinario) prevede l’assunzione di uno specifico farmaco antiparassitario noto come fenbendazolo. Si tratta di una sostanza indicata nella terapia di varie infestazioni (ad esempio,quelle da Ascaridi, Ancilostomi, Tricocefali e Cestodi). Inoltre, sebbene sia frequente l’utilizzo di metronidazolo in associazione con antiparassitari, non è l’ideale ricorrere ad antibiotici, dal momento che possono condurre ad effetti collaterali considerevoli. Una delle più importanti è sicuramente la disbiosi, uno squilibrio del microbioma intestinale che si manifesta principalmente nei cuccioli. La disbiosi può diventare cronica e portare ad effetti a lungo termine, anche pericolosi, come lo sviluppo di enteropatie croniche. Nell’adulto, tuttavia, l’effetto dell’antibiotico può essere meno deleterio perché il microbiota maturo ha una maggiore capacità di tornare alle condizioni originarie. Un fatto piuttosto tipico è che,nonostante i trattamenti, un cane rimanga positivo allo snap test per la Giardia. In questi casi, è bene fare una considerazione importante. La Giardia, da sola, non dovrebbe essere in grado di dare un così vasto corollario di sintomi, dal momento che vive normalmente nel microbioma intestinale insieme ad altri protozoi, virus, funghi e batteri. Nonostante la positività al test, dunque, non andrebbe escluso che le ragioni di una sintomatologia persistente potrebbero essere ricondotte ad altro.
Studi recenti
Alcuni studi recenti hanno portato in luce fatti interessanti. Pare che, in certe situazioni, la Giardia possa rivestire un ruolo protettivo e benefico non soltanto per gli animali ma anche per l’uomo. Un numero sempre crescente di test sembra suggerire che non sempre la Giardia è patogena, ma possa essere un co-fattore patogeno. Spesso, nei soggetti giovani, si manifestano infatti infestazioni multiple da virus, protozoi, batteri. L’insieme di queste ed altre condizioni (ad esempio, squilibri alimentari ed alterazioni del microbioma) può creare un terreno fertile perché la Giardia si moltiplica e invada l’intestino, causando la nota sintomatologia.
Prevenzione: alcuni consigli utili
La prevenzione della giardiasi richiede, in primo luogo, l’adozione di pratiche igieniche adeguate (in particolare, durante la preparazione degli alimenti). Molto importante è anche l’igiene personale. Trovandosi il parassita principalmente nella porzione superficiale delle acque, più facilmente contaminabili, è opportuno evitare la vicinanza del cucciolo a zone potenzialmente a rischio (evitare di fargli fare il bagno in acque inquinate, di bere da fontane di acqua non potabile, o mangiare cibo lavato con acqua non potabile).