Che cosa prevede il bonus 150 euro e a chi è riservato: i requisiti previsti dalla misura introdotta dal decreto Aiuti-ter e come fare per presentare correttamente la richiesta
Con il decreto Aiuti-ter (d.l. n. 144/2022) varato dal governo guidato da Mario Draghi è stato previsto il bonus una tantum di 150 euro, misura che ha il principale fine di aiutare i cittadini a sopportare gli elevati costi del caro bollette e contrastare la spinta inflazionistica causata dal perdurare della guerra in Ucraina e dalla seguente crisi energetica. Si tratta di una forma di indennità dall’importo netto pari ad euro 150 che ha delle caratteristiche ben precise:
- viene erogata una tantum;
- non contribuisce alla formazione del reddito;
- non è cedibile;
- non è sequestrabile;
- non è pignorabile.
Quanto ai requisiti necessari per ottenere il bonus una tantum di 150 euro, è stato previsto che questa cifra venga accreditata direttamente in busta paga ai lavoratori dipendenti che, a novembre 2022, avranno avuto una retribuzione non superiore a 1.538 euro ed ai pensionati, nonché lavoratori autonomi, con redditi inferiori a 20.000 euro lordi annui. Si tratta di una misura integrativa che va ad aggiungersi al precedente bonus 200 euro, che era stato invece previsto dal primo decreto Aiuti e rafforzato dal secondo.
Bonus 150 euro una tantum: chi ne ha diritto e i requisiti richiesti
Il contributo sociale del bonus 150 euro una tantum interesserà, secondo le stime governative, una platea di 22 milioni di persone, inclusi gli incapienti. Il bonus, come nel precedente decreto Aiuti-bis, verrà:
- corrisposto prima di tutti ai lavoratori dipendenti aventi una retribuzione imponibile per il mese di novembre non superiore a 1.538 euro. Il bonus verrà erogato direttamente dal datore di lavoro in busta paga. Il lavoratore dipendente, tuttavia, non può beneficiare del contributo se titolare di altro titolo della stessa indennità e dovrà, a tal proposito, produrre una dichiarazione di responsabilità;
- corrisposto pensionati, con il bonus che verrà erogato direttamente dall’Inps nel mese di novembre ai soggetti titolari di uno o più trattamenti pensionistici a carico di qualsiasi forma previdenziale obbligatoria, di pensione o assegno per invalidi civili, ciechi e sordomuti, nonché di trattamenti di accompagnamento alla pensione;
- corrisposto ai lavoratori stagionali a tempo determinato e intermittenti che, nel 2021, abbiano svolto la presentazione per almeno 50 giornate. Il bonus verrà erogato in questo caso dall’Inps.
- corrisposto ai percettori del Reddito di cittadinanza, ai lavoratori di Sport e Salute S.p.a., ai lavoratori domestici, ai percettori di indennità di disoccupazione agricola, co.co.co, dottorandi ed assegnisti, lavoratori dello spettacolo, sempre con il limite di reddito non superiore ai 20.000 euro.
Bonus 150 euro una tantum: i lavoratori autonomi
Capitolo a parte viene riservato ai lavoratori autonomi, anch’essi titolari di diritti per l’ottenimento del bonus 150 euro una tantum. Entrando più nello specifico, potranno beneficiarne coloro che non hanno ancora percepito alcun bonus, con i 150 euro di questa misura che si vanno ad aggiungere ai 200 euro messi a disposizione dal bonus 200 euro del decreto Aiuti-bis. Va però sottolineato che i potenziali 350 euro complessivi spettano esclusivamente a chi, nel 2021, ha dichiarato un reddito non superiore a 20.000 euro. Si tratta delle stesse categorie che hanno beneficiato, nel mese di luglio 2022, del bonus di 200 euro. Ciò che cambia, dunque, è solo la soglia del reddito, che da 35.000 scende a 20.000 euro trattandosi di un’ulteriore misura di sostegno, aggiuntiva rispetto a quelle già messe in atto.
Entrando più nello specifico, il bonus 150 euro una tantum è rivolto ai professionisti iscritti alle gestioni previdenziali dell’Inps e agli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza. Possono dunque beneficiare del sussidio le seguenti categorie di lavoratori:
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- gli iscritti alla gestione speciale degli artigiani;
- gli iscritti alla gestione speciale dei commercianti;
- gli iscritti alla gestione speciale per i coltivatori diretti e per i coloni e mezzadri, compresi gli gli imprenditori agricoli professionali;
- i pescatori autonomi;
- i liberi professionisti iscritti alla Gestione Separata, compresi i partecipanti agli studi associati o società semplici;
- i lavoratori iscritti in qualità di coadiuvanti e coadiutori alle gestioni previdenziali degli artigiani, esercenti attività commerciali e coltivatori diretti e per i coloni e mezzadri.
Vengono invece esclusi dal bonus 150 euro una tantum gli imprenditori agricoli professionali iscritti alla gestione per i coltivatori diretti e per i coloni e i mezzadri per l’attività di amministratore in società di capitali.
Quanto ai requisiti, si riassumono di seguito quelli che dovranno essere fatti valere congiuntamente dai lavoratori autonomi. Questi dovranno:
- aver percepito un reddito massimo non superiore a 35.000 euro nel periodo d’imposta 2021;
- essere già iscritti alla gestione autonoma con posizione attiva alla data del 18 maggio 2022, data di entrata in vigore del decreto Aiuti;
- essere titolari di partita Iva attiva e con attività lavorativa avviata al 18 maggio 2022, data di entrata in vigore del decreto Aiuti;
- avere effettuato entro il 18 maggio 2022, per il periodo di competenza dal 1° gennaio 2020 e con scadenze di versamento, almeno un versamento contributivo, totale o parziale, alla gestione di iscrizione per la quale è richiesta l’indennità;
- non essere titolari di trattamenti pensionistici diretti alla data del 18 maggio 2022;
- non essere percettori di altre prestazioni, come l’indennità una tantum per i lavoratori dipendenti e indennità una tantum per pensionati e altre categorie di soggetti (art. 31 e 32 decreto Aiuti).
Bonus 150 euro, il nuovo limite di reddito
Come già accennato in precedenza, le categorie beneficiarie del bonus di 150 euro previsto dal decreto Aiuti-ter sono le stesse di quello previste dal decreto Aiuti-bis per il bonus 200 euro. A mutare, invece, è il limite di reddito in base al quale è possibile farne richiesta, ovvero 20.000 euro anziché 35.000 euro. Per espressa previsione di legge, tale reddito deve essere considerato al netto di contributi previdenziali ed assistenziali.
Dal calcolo, dunque, devono escludersi:
- i trattamenti di fine rapporto comunque denominati;
- il reddito della casa di abitazione;
- le competenze arretrate sottoposte a tassazione separata.
Sul tema del reddito massimo per poter richiedere il bonus 150 euro una tantum è intervenuto anche l’Istituto nazionale di previdenza sociale. Con la circolare n. 103 del 26 settembre 2022, l’Inps ha chiarito che per verificare tale requisito reddituale sarà sufficiente controllare la voce del reddito complessivo, come rilevato nel modello “Redditi persone Fisiche 2022”, dato dalla sommatoria di redditi contenuta nel quadro RN, rigo RN1 colonna 1, al netto dei contributi previdenziali obbligatori e del reddito fondiario dell’abitazione principale (rigo RN 2).
Come ottenere il bonus 150 euro una tantum
Per ottenere il bonus di 150 euro previsto dal decreto Aiuti-ter è necessario presentare la domanda entro e non oltre il 30 novembre 2022. La richiesta va presentata all’Inps o agli enti gestori di appartenenza. Se vi è certezza in merito alle date di scadenza per ottenere il beneficio economico, non vi è altrettanta sicurezza sui tempi relativi alle date del pagamento. In base a quanto fin qui emerso sulle modalità e sui tempi delle erogazioni, è possibile dire che dovrebbe essere seguito un criterio cronologico basato sulle date delle richieste pervenute. Quel che è noto è invece che ad effettuare il pagamento saranno le Casse professionali e l’Inps in base alla propria posizione.
Come ottenere il bonus 150 euro una tantum, il modulo per la domanda
Il modulo per presentare la domanda è disponibile sul sito internet www.inps.it. Sarà necessario seguire il percorso “Prestazioni e servizi” > “Servizi” > “Punto d’accesso alle prestazioni non pensionistiche”. Una volta effettuata l’autenticazione, è necessario selezionare la categoria di appartenenza. L’Inps sul punto ha chiarito che procederà ad una verifica a posteriori circa la sussistenza dei requisiti oggetto di dichiarazione, anche avvalendosi della collaborazione dell’Agenzia delle entrate.
È evidente che le risorse a disposizione erano inferiori rispetto a quelle stanziate con il precedente decreto. Il Governo Draghi ha, pertanto, dovuto ridurre la platea dei destinatari del bonus previsto dal decreto Aiuti-ter, mettendolo a disposizione delle persone che si trovano in uno stato economico maggiormente difficoltoso. Tuttavia, non sarebbe del tutto da escludere che il nuovo Governo possa valutare l’introduzione di un nuovo decreto Aiuti-quater, il quale potrebbe prorogare il bonus di 150 euro anche a dicembre per le medesime categorie agevolate dai precedenti decreti, e dunque:
– lavoratori dipendenti;
– pensionati;
– percettori redditi di cittadinanza;
– percettori NASPI, disoccupazione agricola e altre prestazioni INPS;
– lavoratori autonomi (con o senza partita IVA);
– lavoratori stagionali e dello spettacolo;
– titolari di rapporto di lavoro co.co.co.;
– lavoratori Sport e Salute;
– colf e badanti;
– dottorandi e assegnisti;
– incaricati alle vendite.