Chiedere di sedere accanto al proprio figlio con alcune compagnie aeree può costare fino a 109 euro. Una vera e propria tassa sul sedile come l’hanno ribattezzata i consumatori sulla quale interviene ora l’Enac, l’Ente nazionale aviazione civile, che ha avviato un’indagine per verificare la correttezza delle pratiche commerciali “aggressive” messe in atto in special modo dalle compagnie low cost.
“Sono pervenuti all’Enac – scrive l’Authority di settore – reclami e segnalazioni da parte di passeggeri che hanno lamentato recenti disservizi da parte di compagnie aeree low cost in ordine, in particolare, alla procedura di assegnazione dei posti sull’aeromobile che non consentono ai genitori di sedersi accanto ai propri figli minori, né ai familiari di stare accanto a persone disabili e a ridotta mobilità, se non dietro pagamento di una tariffa aggiuntiva, a volte superiore al costo del biglietto aereo“.
Se le denunce dei passeggeri verranno confermate l’Enac adotterà con urgenza i provvedimenti necessari per ristabilire le corrette pratiche commerciali.
Plaudono le associazioni dei consumatori. “Ottima notizia – esulta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori – Bene che l’Enac faccia luce su questa pratica commerciale nella migliore delle ipotesi odiosa, con l’applicazione di esosi balzelli medioevali per poter scegliere il posto. Una pratica che sarebbe anche sicuramente scorretta se i costi non venissero evidenziati fin dall’inizio in modo trasparente e chiaro per il consumatore che non può veder magicamente lievitare il costo del biglietto solo per aver scelto dove sedersi”.
Soddisfatto anche Furio Truzzi di Assoutenti: “Oggi ai viaggiatori che per particolari esigenze hanno bisogno di scegliere posti specifici a bordo degli aerei vengono richieste balzelli il cui importo è in costante crescita, e raggiunge la cifra record di 109 euro. In sostanza le compagnie si fanno concorrenza sui costi dei voli, ma poi impongono costi extra su tutti gli altri servizi, dai bagagli ai trolley fino alla scelta del posto. Una vera e propria ‘tassa sul sedile’ che altera i prezzi finali dei biglietti e rappresenta un comportamento vessatorio su cui deve indagare l’Antitrust“.
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