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Una mela al giorno toglie il medico di torno. Non è solo saggezza popolare, né tantomeno un falso mito. Sono tanti gli studi che confermano gli effetti salutistici delle sostanze contenute nelle mele e tutti associano i benefici alla famiglia dei polifenoli per le loro interessanti e note attività antiossidanti.
Sia trial sull’uomo che studi su animali hanno dimostrato che consumare mele migliora il metabolismo lipidico (la digestione dei grassi), contrasta i dismetabolismi specie degli zuccheri e migliora la resistenza all’insulina. Si aggiunge a questo anche un netto miglioramento del profilo lipidico ematico (meno colesterolo e trigliceridi, tanto per capirci), della salute dell’apparato gastro-intestinale e, in generale, dell’equilibrio antiossidante dell’organismo.
Poco, invece, si è scritto e ricercato sulla grande variabilità di questi effetti salutistici in funzione delle diverse varietà di mele.
Polifenoli: c’è mela e mela
Lo studio condotto presso il Dipartimento di Farmacia nei Laboratori di Chimica degli Alimenti del professore Alberto Ritieni, appena pubblicato sulla rivista Antioxidants va proprio in questo senso, con l’obiettivo diera di valorizzare e comparare il potenziale nutraceutico di diverse cultivar di mele, valutandone il loro profilo antiossidante. Le varietà scelte sono due delle più note a livello nazionale (Golden Delicious e Red Delicious) e due cultivar locali Campani (Limoncella e Annurca). Il confronto ha richiesto un approccio basato sulla spettrometria di massa ad alta risoluzione e, parallelamente, una simulazione in vitro del processo digestivo gastrointestinale.
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Prosegue dopo l’infografica
Le analisi si sono condotte separatamente sui frutti interi, sulla polpa e sulla buccia e i risultati confermano che il contenuto polifenolico e il valore dell’attività antiossidante variano notevolmente tra queste cultivar. I dati indicano che la cultivar Limoncella ha il contenuto più elevato di polifenoli ed una eccellente attività antiossidante sia considerando la sola polpa che il frutto intero.
Quanti ne assorbiamo davvero?
Una ulteriore criticità è rappresentata dalla significativa percentuale di polifenoli presenti nella mela che non è assorbita nell’intestino tenue e che insieme ai polisaccaridi non digeribili raggiunge il colon dove interagisce con il microbiota intestinale.
I dati della digestione simulata in vitro dai Laboratori di chimica degli alimenti del professo Ritieni hanno evidenziato una maggiore bioaccessibilità dei polifenoli presenti nella cultivar Limoncella ovvero la potenziale attività salutistica della mela si traduce in un reale effetto protettivo.
La ricerca ha confermato che è al livello del colon, dove la simulazione ha previsto l’uso di specifiche proteasi e polisaccaridasi specifiche, che si rompono le interazioni tra la fibra e i polifenoli alimentari e nella Limoncella le minori interazioni spiegano la maggiore attività antiossidante misurata.
L’attività antiossidante dei polifenoli recuperati nel colon mostra valori dell’82,31%, del 70,05% e del 65,5%, rispettivamente per il frutto intero, la polpa e la buccia, più elevati nella Limoncella rispetto alle altre varietà. La Limoncella contiene 1,9 grammi pro chilo di polifenoli totali, ovvero flavanoli e procianidine contro gli 1,05 grammi pro chilo nella Red, gli 1,7 grammi pro chilo dell’Annurca e gli 1,14 grammi pro chilo della Golden. La Limoncella a livello di colon fa assorbire i polifenoli il 25% in più rispetto all’Annurca, il doppio della Golden e il triplo rispetto alle Red.
Spiega il professor Alberto Ritieni: “Risultato interessante è avere dimostrato che la Limoncella ha una attività antiossidante complessiva superiore dal 15 al 44% in più rispetto alle altre tre varietà di mele confrontate”.