“La Commissione ha avviato una discussione con gli Stati membri per rivedere i livelli massimi consentiti di nitriti negli alimenti ai sensi del regolamento (CE) n./2008 per ridurre il quanto possibile l’esposizione ai nitriti derivante dal loro uso come additivi alimentari, salvaguardandone nel contempo l’effetto di conservazione”.
Stella Kyriakides, commissaria alla Salute e Sicurezza alimentare, ha risposto così all’interrogazione presentanta dall’europarlamentare Joëlle Mélin (gruppo Identità e Democrazia – Rassemblement national) che chiedeva alla “Commissione di intervenire per vietare l’uso dell’additivo E250 anziché demonizzare i prodotti locali, come i salumi, che sono resi pericolosi dall’aggiunta di tale additivo in particolare, e che possono essere prodotti senza di esso”.
La posizione assunta dalla Commissione è diversa da quella di Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, che, nonostante i dubbi sulla sicurezza dei nitriti, non ha ritenuto necessario di ridurne le quantità ammesse, né tantomeno vietarne l’uso.
I nitriti (come i nitrati) vengono aggiunti come conservante nella maggior parte dei salumi e di altri prodotti alimentari. In particolare l’E250, il nitrito di sodio, è un agente di controllo antimicrobico, funziona da colorante e fissa gli aromi. La Iarc, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Oms nel 2015 ha lanciato un allarme iniziando a classificare la carne lavorata tra i prodotti alimentari considerati cancerogeni per l’uomo. Il problema? Combinandosi con il metabolismo umano i nitriti danno vita alle nitrosammine, sostanze cancerogene.
Di seguito la risposta integrale fornita dalla commissaria Kyriakides:
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“Nel caso dei nitriti (E 249-250) la legislazione sugli additivi alimentari deve trovare un giusto equilibrio tra il rischio di formazione di nitrosammine attraverso la presenza di nitriti nei prodotti a base di carne e gli effetti protettivi dei nitriti contro la moltiplicazione dei batteri, in particolare i responsabili del botulismo letale, in quanto i nitriti sono utilizzati, tra l’altro, per la conservazione e la sicurezza microbiologica dei prodotti a base di carne (insieme ad altri fattori).
La valutazione dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) del 20171, che ha tenuto conto della formazione di nitrosammine da nitriti, ha confermato il valore guida basato sulla salute, vale a dire la dose giornaliera ammissibile (DGA), per i nitriti in quanto sufficientemente protettiva per i consumatori e ha sottolineato che l’esposizione ai nitriti utilizzati come additivi alimentari è generalmente inferiore alla DGA e rappresenta circa il 17% dell’esposizione alimentare totale. La Commissione ritiene pertanto che il parere scientifico dell’EFSA fornisca ai responsabili della gestione dei rischi informazioni sufficienti sulla sicurezza dei nitriti, il che non giustifica un divieto generale dell’uso di tali sostanze come additivi alimentari.
Tuttavia, la Commissione ha avviato una discussione con gli Stati membri per rivedere i livelli massimi consentiti di nitriti ai sensi del regolamento (CE) n./2008 per ridurre il quanto possibile l’esposizione ai nitriti derivante dal loro uso come additivi alimentari, salvaguardandone nel contempo l’effetto di conservazione”.