Un naso elettronico da borsetta. E’ questa la promessa del foodsniffer, uno strumento in grado di analizzare e elaborare i dati che riceve “annusando” un po’ di carne o un po’ di pesce, ovviamente crudi. Peccato che non sia affidabile al 100% e che, come ha rivelato un test del mensile svizzero dei consumatori Ktipp, dare per buoni gli esiti delle sue rilevazioni può costituire un pericolo per la salute. Già il giornale della Coop-Zeitung, che in un primo momento aveva elogiato il foodsniffer, aveva dovuto ricredersi dopo l’esito di alcuni test di laboratorio. Food Sniffer integra all’interno quattro differenti sensori: temperatura, ammoniaca, umidità e composti organici volatili, dove i primi tre vengono utilizzati per aggiustare la lettura dei oltre 100 composti organici che si possono rilevare dalla carne o dal pesce in fase di decomposizione. I dati sono inviati via cloud ad un server che in pochi secondi, tramite app, ci restituisce il responso: fresco, da mangiare previa cottura oppure da non mangiare assolutamente.
Ktipp ha messo alla prova le abilità del foodsniffer su di una bistecca e un pezzo di salmone. Lasciati entrambi al sole per 4 giorni, il naso digitale ha emesso un verdetto “negativo” per il pesce mentre per la carne ha suggerito di consumarla ben cotta. Ma il colpo di scena è arrivato il giorno dopo: se lo sniffer ha confermato il giudizio per il salmone, ha cambiato “idea” sulla bistecca considerandola “fresca” nonostante all’esame olfattivo “naturale” si sentisse forte la puzza di muffa.