
Nel test su 24 detersivi per lavatrice quasi tutti lavano decentemente, ma molti contengono sostanze problematiche per salute e ambiente. I rischi nascosti e la classifica che boccia i marchi storici
Liquidi o in capsule, “green” o tradizionali, di marca o a marchio del distributore: scegliere un detersivo per il bucato è diventato sempre più complicato. Le formule si moltiplicano, cambiano spesso e promettono tutte risultati eccellenti. Ma quanto puliscono davvero? E soprattutto: quanto sono sicure per la salute e per l’ambiente?
A fare chiarezza ci pensa un ampio test comparativo condotto da 60 millions de cosommateurs che ha messo alla prova 24 detersivi universali, 12 liquidi e 12 in capsule, valutandone non solo l’efficacia di lavaggio, ma anche i rischi legati alla composizione chimica. Ed è proprio su questo secondo aspetto che, a giudizio dei francesi, entra in gioco uno strumento decisivo: il Ménag’Score.
Pulizia: promossi quasi tutti
Dal punto di vista dell’efficacia, la notizia è rassicurante: la grande maggioranza dei detersivi lava bene. Le prove su macchie grasse, enzimatiche (come sangue e cioccolato) e ossidabili (vino, caffè, erba) mostrano che solo due prodotti – entrambi liquidi – risultano nettamente insufficienti.
La differenza emerge invece nel rispetto dei tessuti. Le capsule si dimostrano mediamente più efficaci nel mantenere il bianco brillante, mentre molti detersivi liquidi, pur proteggendo i colori, tendono a ingrigire i capi bianchi. Un elemento importante per chi lava regolarmente lenzuola, asciugamani e biancheria chiara.
Ma se il lavaggio convince, la composizione chimica racconta un’altra storia.
Cos’è il Ménag’Score
Il Ménag’Score è un indicatore sviluppato dall’Institut national de la consommation (INC), l’ente francese per la tutela dei consumatori, e dal suo magazine 60 Millions de consommateurs per valutare i rischi per la salute e per l’ambiente associati all’uso dei prodotti per la casa. Funziona in modo simile al Nutri-Score degli alimenti, ma applicato ai detergenti.
Il punteggio finale va da A a E:
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A: utilizzo senza particolari riserve, se si seguono le indicazioni del produttore
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B e C: rischio contenuto o moderato
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D: prodotto problematico
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E: prodotto fortemente sconsigliato
Il punteggio è il risultato di due componenti:
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Salute (70%): tiene conto della presenza di sostanze allergeniche, irritanti o potenzialmente dannose (come profumi, conservanti, enzimi, isotiazolinoni).
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Ambiente (30%): valuta l’impatto ecologico, in particolare la biodegradabilità degli ingredienti e la loro persistenza nelle acque.
Un dettaglio cruciale: un detersivo con Ménag’Score E, anche se lava benissimo, viene penalizzato fortemente nella classifica finale dei colleghi francesi, perché il rischio associato al suo utilizzo è considerato elevato.
Profumi, conservanti e ingredienti “invisibili”
I risultati mostrano che molti detersivi contengono liste di ingredienti lunghissime, fino a oltre 50 sostanze. Tra le più problematiche:
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profumi, spesso allergenici;
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conservanti come le isotiazolinoni, noti per il loro potere sensibilizzante;
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polimeri, siliconi e tensioattivi etossilati, poco o per nulla biodegradabili.
Queste sostanze non solo possono causare reazioni cutanee e respiratorie, ma in parte sfuggono ai trattamenti delle acque reflue, accumulandosi negli ambienti acquatici.
Marchi storici bocciati, distributori promossi
Uno degli aspetti più interessanti del test è il ribaltamento delle gerarchie. Alcuni marchi storici, come Dash, Ariel e Omo pur eccellenti sul piano del lavaggio, finiscono in fondo alla classifica a causa di un Ménag’Score E, risultando quindi fortemente sconsigliati.
Al contrario, le marche del distributore (quelle a marchio del supermercato) si distinguono per un miglior equilibrio tra efficacia, rispetto dei tessuti e profilo di rischio. Sia tra i liquidi sia tra le capsule, diversi prodotti “da supermercato” ottengono buoni risultati complessivi, spesso anche a prezzi più contenuti.
Se nella parte alta della classifica finale dei detersivi liquidi non abbiamo trovato marchi comunemente presenti sugli scaffali italiani, è interessante andare a vedere i risultati del confronto delle pastiglie dove ci sono diversi prodotti con un ottimo rapporto tra qualità del lavaggio e impatto su salute e ambiente.
Nelle parti alte della graduatoria, con il giudizio Buono, troviamo il Formil 5 in 1 di Lidl e il Tandil Freschezza delle Alpi di Aldi. Sempre tra i nomi conosciuti anche da noi si devono accontentare di un insufficiente le tablet di Ariel 4 in 1 e quelle di Omo 3 in 1
Ecolabel sì, ma con attenzione
Il test conferma che l’Ecolabel europeo resta un riferimento utile, ma non infallibile. La maggior parte dei prodotti certificati ottiene buoni punteggi, ma non mancano eccezioni, con detersivi etichettati Ecolabel che mostrano comunque criticità ambientali rilevanti.
Molto meno affidabile, invece, il marchio privato Cleanright, presente sia su prodotti virtuosi sia su altri con Ménag’Score molto negativo: un’indicazione troppo vaga per aiutare davvero i consumatori.






