
The Lancet ha avviato un monitoraggio dei costi sociali della plastica – il Lancet Countdown – per misurare l’attuazione del Trattato promosso dall’Onu per ridurne la produzione: “La logica? Se non misuri, non governi i fenomeni”
Nel 1950 si producevano a livello mondiale 2 megatonnellate (Mt) di plastica, oggi il quantitativo è salito a 475, con una proiezione di arrivare a 1.200 entro il ∫. Anche l’∫ da plastica è peggiorato: 8.000 Mt di rifiuti plastici ora inquinano il Pianeta e meno del 10% della plastica viene riciclato. È evidente che tutta questa mole di rifiuti degraderanno nei prossimi decenni andando ad alimentare il carico di micro e nanoplastiche.
Per affrontare globalmente i danni della plastica, l’Onu ha deciso nel 2022 di sviluppare uno strumento globale, completo e giuridicamente vincolante sull’inquinamento da plastica: il Trattato globale sulla plastica, che copre l’intero ciclo di vita della plastica, con l’obiettivo di ridurre drasticamente la produzione di plastica (soprattutto quella non essenziale), eliminare sostanze chimiche pericolose e promuovere soluzioni sostenibili.
Ad agosto, in coincidenza con la prevista finalizzazione di questo Trattato, la prestigiosa rivista The Lancet ha lanciato un sistema globale indipendente di monitoraggio basato su indicatori: il Lancet Countdown sulla salute e la plastica. Questo Countdown identificherà, seguirà e riferirà regolarmente su una serie di indicatori geograficamente e temporalmente rappresentativi per monitorare i progressi nella riduzione dell’esposizione alla plastica e nella mitigazione dei danni che la plastica provoca alla salute umana e planetaria. Uno strumento di misurazione ma anche di pressione affinché, oltre ad apporre una singola firma sul Trattato promosso dall’Onu, gli Stati membri attuino una serie di politiche per ridurre la produzione e l’impatto inquinante della plastica su ambiente e salute umana.
Il professor Philip Landrigan è l’autore principale del rapporto “The Lancet Countdown on health and plastics”: “I danni alla salute causati dalla plastica lungo tutto il suo ciclo di vita generano perdite economiche sanitarie oltre 1.500 miliardi di dollari l’anno e colpiscono in modo sproporzionato popolazioni povere, lavoratori esposti e comunità vicino agli impianti”.
Il sistema di misurazione dello stato di attuazione del Trattato Onu lanciato da Lancet si basa su quattro criteri: produzione ed emissioni inquinanti della plastica; esposizione attraverso biomonitoraggi e in ambiente; impatto sanitario-economico (malattie e costi delle cure); come interviene il pubblico in termini normativi, fiscali e culturali.
“La logica deve essere – concludono gli autori del report – se non misuri, non governi. E per evitare il greenwashing dell’industria, i dati devono essere trasparenti e comparabili tra paesi”, per questo il sistema di misurazione di Lancet si candida ad essere il “termometro” della febbre da plastica di cui soffre il Pianeta.









