Movida, maxi risarcimento dal Comune di Milano ai residenti di un quartiere rumoroso

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Il Tribunale di Milano commina una multa da 250mila euro da corrispondere ai residenti del quartiere Lazzaretto-Melzo, per i danni subiti a causa della movida, tra cui “degrado, deprezzamento immobiliare e insicurezza”

Il Tribunale di Milano commina una multa da 250mila euro da corrispondere ai residenti del quartiere Lazzaretto-Melzo, per i danni subiti a causa della movida, tra cui “degrado, deprezzamento immobiliare e insicurezza”.

La sentenza

 La sentenza del Tribunale di Milano 9566/2025, come riportato dal Sole 24 ore,  ha dei precedenti a Torino, Como, Napoli. “La cosiddetta movida – spiegano i giudici– comportava, il deprezzamento delle unità immobiliari, il danneggiamento degli stabili del quartiere e delle autovetture posteggiate, nonché una generale situazione di degrado e insicurezza, come più volte segnalato al Comune, senza, tuttavia, ottenere alcun riscontro”. Il piano di classificazione acustica assegnava ad alcuni isolati del quartiere la classe IV con un limite assoluto di immissione rumorosa pari a 55 decibel spesso e abbondantemente superato nelle ore notturne.

I diritti violati

I residenti, rifacendosi al diritto costituzionale alla salute, all’inviolabilità del domicilio, al godimento della proprietà, e appellandosi all’articolo 8 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, si sono dunque rivolti al giudice.

Le linee guida dell’Oms sul rumore

Le linee guida dell’Oms sul rumore notturno fissano in 40 decibel la soglia da rispettare, specificando che neanche per brevi periodi si possono superare i 55 decibel. “In alcune strade milanesi, la Consulenza tecnica d’ufficio, aveva riscontrato picchi di 73,5 decibel” spiega il Sole 24 ore.

La responsabilità del Comune

La sentenza poi spiega il perché della responsabilità dell’amministrazione locale: “Il Comune  è tenuto a rispettare, come i proprietari di un fondo, l’articolo 844 del Codice civile, che vieta le immissioni, nei fondi vicini, di rumori che superino la normale tollerabilità, pertanto gli è stato ordinato di far cessare le immissioni rumorose moleste”. E quel tipo di rumori “impediscono di dormire, generando una situazione di stanchezza cronica che pregiudica lavoro, incombenze quotidiane, svago e relazioni sociali”.

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Quasi 5mila euro a residente

Il danno patito da ciascun residente è stato quantificato in 50 euro a notte, da moltiplicarsi per cinque sere a settimana a far data dal 2016, con scomputo di sei mesi coincidenti con la durata del lockdown totale causa Covid, oltre a interessi e rivalutazione monetaria per 4.700 euro complessivi a residente. Il Comune starebbe preparando il ricorso